dieta a rotazione intolleranze alimentari

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  1. Apocalypse23
     
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    La dieta di rotazione

    Una dieta di rotazione è una dieta che prevede l’assunzione libera - in una singola giornata che deve poi essere seguita da almeno tre giorni completi di eliminazione - dell’alimento verso il quale si è individuata l’intolleranza.

    In pratica, per esempio, un individuo intollerante al latte può assumere latte, latticini, dolci che ne contengono, formaggi e tutti gli altri alimenti ‘vietati’ la domenica, ma poi dovrà astenersi dall’assumerne - anche in quantità ridottissime - il lunedì, il martedì e il mercoledì, potendo poi tornare ad assumerli il giovedì.

    A quel punto, però, la persona a dieta deve stare senza latte il venerdì, il sabato e la domenica, riprendendo l’assunzione di latte e latticini il lunedì successivo, in un programma che preveda almeno tre giorni di astinenza dal cibo non tollerato dopo ogni giorno di assunzione libera, e così via.

    Per consentire una maggiore flessibilità dell’alimentazione rispetto alle consuetudini sociali, può essere utile lasciare come giorno libero il sabato o la domenica (cioè un solo giorno del week-end e non entrambi), ovvero il giorno in cui è più frequente mangiare con amici o parenti.

    Dopo un certo periodo di questa dieta, in genere della durata di 2-3 mesi, se i test diagnostici a quel punto danno esito negativo, è possibile reintrodurre l’alimento con maggiore frequenza.

    Uno schema possibile diventa il seguente: libertà alimentare in entrambi i giorni del week-end (sabato e domenica) ed eventualmente in un unico pasto a metà della settimana (di solito il mercoledì).

    In molti casi in cui i sintomi sono solo da sovraccarico, uno schema dietetico che consenta di mangiare liberamente il sabato sera, l’intera domenica e il mercoledì sera, può essere adottato in molti casi fin dall’inizio della terapia dietetica.

    Se la risposta clinica è soddisfacente, a quel punto si può espandere ulteriormente l’assunzione nel giro di altri 2-3 mesi, fino ad arrivare a una dieta che preveda almeno un giorno di restrizione alla settimana (una specie di ‘venerdì di magro’), per evitare il ricarico alimentare sistematico.

    E’ comunque il medico che deve seguire, con responsabilità, questa reintroduzione e guidare la persona malata verso il recupero pieno della tolleranza alimentare per l’alimento considerato. Il medico, cioè, deve divenire la guida di un nuovo ‘svezzamento’.

    Dato che la riduzione della reattività va monitorata nel corso dell’intero processo, può essere utile segnalare che, indipendentemente dal test effettuato in prima battuta (per esempio il test citotossico), i controlli successivi possono essere effettuati anche con il test DRIA .

    http://www.eurosalus.com/lettere/lettere/l...tolleranza.html




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    slideshot sulla nutrizione

    http://www.lamatlab.it/modules/mydownloads...0Alimentari.pdf
     
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0 replies since 5/9/2009, 10:14   521 views
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