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gulio.
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http://ilfattaccio.org/2012/03/06/cibi-con...che-da-evitare/
CIBI CONTAMINATI DAI METALLI PESANTI: ECCO L’ELENCO DELLE MARCHE DA EVITARE!
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UN RECENTE STUDIO
ha dimostrato che vi sono prodotti alimentari, regolarmente venduti in Italia e nel mondo, contenenti particelle di metalli pesanti altamente cancerogene, provenienti dal fumo di termovalorizzatori, nome nobile per definire gli inceneritori dei rifiuti. Queste microparticelle vengono ritenute dai due scienziati di Modena più pericolose delle macroparticelle dei gas di scarico delle auto, perché entrano nel nostro sangue e si annidano negli organi rimanendovi per sempre, aumentando il rischio di un cancro. Come al solito, in questi dibattiti, si dice tutto e il suo contrario. In questo caso però i due scienziati sono pronti a giurare sulle loro scoperte e ci informano di aver comunicato alle aziende interessate i risultati delle loro analisi. Le aziende hanno preferito non rispondere. Ogni consumatore, leggendo l’elenco che qui di seguito pubblichiamo, si comporti come meglio crede.
ECCO LE MARCHE E I PRODOTTI RISULTATI POSITIVI ALLE ANALISI SULLA PRESENZA DI METALLI PESANTI
1. PANE PANEM
2. CORNETTO SANSON
3. BISCOTTO MARACHELLA SANSON
4. OMOGENEIZZATI PLASMON AL MANZO/ AL PROSCIUTTO E VITELLO
5. CACAO IN POLVERE LINDT
6. TORTELLINI FINI
7. HAMBURGER MC DONALD
8. MOZZARELLA GRANAROLO
9. CHEWINGUM DAYGUM PROTEX PERFETTI
10. INTEGRATORI FORMULA 1 E 2 HERBALIFE
11. PANDORO MOTTA
12. SALATINI TINY ROLD (USA)
13. BISCOTTI OFFELLE BISTEFANI
14. BISCOTTI GALLETTI/GRANETTI/MACINE/NASTRINE DE MULINO BIANCO BARILLA
15. BAULETTO COOP
16. PLUMCAKE
17. GIORLETTO BISCOTTI
18. BISCOTTI RINGO PAVESI
19. PANE CARASAU I GRANAI DI QUI SARDEGNA
20. PANE CIABATTA ESSELUNGA
21. PANE MORBIDO MULINO BIANCO BARILLA
22. PANE ANGELI CAMEO
fonte : www.ersiliomattioni.it
Redatto da Pjmanc http:/ ilfattaccio
http://www.ilfattoalimentare.it/plasmon-ba...-etichette.html
Plasmon contro Barilla: la pasta Piccolini non va bene per la prima infanzia e cambia etichetta, il resto conta poco
Aggiornamento 20 gennaio 2012
La vicenda Plasmon contro Barilla va avanti a fasi alterne, il Giurì dà ragione alla Plasmon, il tribunale dà ragione a Barilla. La cronaca giudiziaria interessa molto gli addetti ai lavori e gli avvocati, ma meno i consumatori che di solito sono poco attenti attenti alle vicende giudiziarie delle aziende.
La questione per i consumatori si è conclusa nei primi dieci giorni di dicembre, dopo che la Plasmon ha presentato sul Corriere della sera e su altri quotidiani la pubblicità comparativa, dicendo che la pasta Piccolini Barilla e i biscotti Le macine non sono alimenti adatti alla prima infanzia, perchè contengono troppi residui chimici e micotossine. Si tratta di un concetto semplice e incontestabile visto che gli alimenti per la prima infanzia sono soggetti a regole molto severe e non devono essere confusi con gli altri.
Dopo avere letto la pubblicità comparativa molte mamme e papà, abituati a sciogliere i biscotti Le macine nei biberon e ad usare la pasta Piccolini per i loro figli, hanno capito bene il concetto. Per questo motivo l'operazione è riuscita.
Barilla ha cercato di difendersi accusando Plasmon di pubblicità ingannevole, ma si tratta di armi spuntate. In realtà la società di Parma ha dovuto correre ai ripari, dichiarando che dalla primavera 2012 sulle confezioni di pasta della linea Piccolini scriverà che il prodotto è "destinato ai bambini con più di tre anni". In realtà alcuni formati di pasta hanno già inserito la dicitura che ad onor del vero potrebbe essere proposta con maggior rilievo e con caratteri tipografici più visibili , visto che lo spazio non manca.
Pochi media hanno detto che il cambiamento dell'etichetta era già stato annunciato un anno fa alla rivista Il Salvagente. La società di Parma però ha corretto le diciture sulle confezioni di sughi della linea Piccolini dimenticando la pasta.
Plasmon, Barilla, il Giurì della pubblicità, il tribunale e gli avvocati andranno avanti a discutere, ma la vera battaglia è durata due settimane ed è stata vinta dai consumatori.
I genitori grazie alla pubblicità comparativa hanno capito che per la prima infanzia esistono alimenti specifici più costosi degli altri che forse conviene utilizzare. Queste sono le regole della comunicazione, il resto conta poco.
Roberto La Pira
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