4 sberle in padella dossier

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  1. Apocalypse23
     
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    Quattro Sberle in Padella 1
    Stefano Carnazzi
    Stefano Apuzzo
    Quattro Sberle in Padella
    prefazione di
    Beppe Grillo
    Quattro Sberle in Padella 2
    Consulenza generale e supervisione scientifica

    dott. Stefano Cagno

    Fonte:http://gaiaitalia.it/sito2002/DOSSIER/4sberle/4sberle_INTRO.html


    Consulenza legale
    avv. Stefania Maniscalco
    […]
    Grazie mille a Daniela Bellon e Andrea Oriani per i flash illuminanti e gli spunti di riflessione, Edgar H. Meyer, presidente di Gaia-Animali&Ambiente, per la sua eterea presenza e a Stefano Squarcina di Nigrizia per l'articolo sul cioccolato.
    Quattro Sberle in Padella 3
    Di ciò che è sulla tavola
    nulla è da biasimare
    né da alterare
    PINDARO
    fr. 220 M
    Quattro Sberle in Padella 4


    <b>ACQUA

    Partiamo dall'acqua. «Tutto è fatto di acqua» diceva Talete nel VI sec. a.C.; l'acqua è l'archè, il principio comune della vita, della physis, della Natura. Si dice che il poeta Giovanni Pascoli, andando a bere con gli amici, spesso preferisse al "vinetto arzillino" un bel bicchiere di acqua fresca: “Cosa è meglio dell'acqua?”.
    Al giorno d'oggi, stendendo un velo pietoso sull'acqua di rubinetto, le indagini sulle acque minerali vendute in bottiglia (il 70-80% dell'acqua bevuta dagli italiani) non danno, purtroppo nemmeno all'origine, garanzie di massima qualità. I Nuclei Anti Sofisticazione dell'Arma dei Carabinieri, controllando le acque minerali e le bevande a base di acqua minerale, nel 1994 hanno registrato 748 infrazioni su 1774 controlli (42,1% sul totale); nel '95 le infrazioni sono state 497 su 1695 (29,3% sul totale); nel '96 sono state 696 su 2131 controlli (il 32,6%). Non è dunque raro che le acque minerali contengano più contaminanti del lecito (possono esserci troppo piombo o tracce di nitrati tali da renderne sconsigliabile il consumo per donne in gravidanza e lattanti). E l'UE nell'ottobre '99 ha rimproverato l'Italia per avere le acque minerali in bottiglia più inquinate d'Europa.
    Ma il pericolo maggiore delle acque minerali non è alla fonte, ma nell'imbottigliamento: le bottiglie di plastica rilasciano lentamente nell'acqua contenuta sostanze tossiche, che possono causare effetti teratogeni, in specie serie malformazioni all'apparato genitale dei nascituri. Questi spiacevoli fenomeni di cessione divengono assai più perniciosi col calore: contaminazioni possibili, dunque, durante le lunghe giacenze nei magazzini di grossisti e di supermarket, ma anche sul balcone di casa se le bottiglie vengono lasciate esposte al sole.
    Visto che le alte temperature sono pericolose, cosa fanno alcuni produttori? Prendono precauzioni? No, al contrario! "Sparano" immediatamente nelle bottiglie di plastica appena prodotte, ancora incandescenti e fumiganti di aerosol venefici, l'acqua minerale che poi uno si beve, che così ingloba anche le esalazioni volatili! Pazzesco.
    Alcuni tipi di bottiglie di plastica, poi, furono bloccate dalla megalitica FDA (Food and Drug Administration USA) perché vi si trovava ACN-acrilnitrile che può dar luogo a lesioni cellulari nell'organismo.
    Ideali, dunque, le acque nelle bottiglie di vetro; se di plastica, verificare che la data dell'imbottigliamento (sempre indicata, sull'etichetta, da quei piccoli taglietti) non sia molto indietro nel tempo. O, viceversa, che la data di scadenza sia più lontana possibile.
    ADDITIVI
    Per capire le reali dimensioni della questione, pensate che chi mangia “normalmente” introduce ogni anno nel suo intestino più di 12 chilogrammi di additivi chimici e conservanti, solo pochi dei quali, oltretutto, sono stati studiati attentamente per individuarne i possibili effetti negativi sulla salute. Su 72.000 sostanze chimiche circolanti, solo 3.000 studi sono oggi in possesso dell'Agenzia per la Protezione dell'Ambiente USA. Per giunta sono studi di base, spesso condotti su animali, poco indicativi dunque e inaffidabili.
    Gli additivi sono sostanze (naturali e sintetiche) che “si aggiungono intenzionalmente ai prodotti alimentari per un fine tecnologico” (DM 27/2/1996 n.209) per favorirne la conservazione o per renderli più appetibili, “migliorandone” aspetto, sapore, odore e consistenza.
    È da notare che l'aggettivo "tecnologico", collocato malamente e con spregio anche della salubrità della lingua italiana nel DM suddetto (cosa diamine è un "fine tecnologico"?), abbonda nella legislazione inerente agli additivi. Per esempio, le norme europee (direttive e relative modifiche) dicono a volte che questo o quel colorante o additivo recano un "vantaggio tecnologico", a volte perfino "evidente". Sarà.
    L'attuale legislazione europea e italiana, comunque, potrebbe sembrare alquanto restrittiva, se non fosse così dannatamente frammentaria e complessa.
    Le abbreviazioni stabilite dalla CEE, i c.d. “codici E”, sono incomprensibili al consumatore.
    Per poterle decifrare e sapere così la composizione dell'alimento in questione, ecco un elenco delle sigle che nascondono sostanze di cui si deve diffidare.
    ALCUNI COLORANTI SINTETICI.
    Quattro Sberle in Padella 5

    E102 Giallo, colorante azocomposto (tartrazina). Simile agli ossidi di azoto (come il tetrossido di diazoto, giallognolo allo stato liquido) dei gas di scarico delle macchine.
    E104 Giallo di chinolina, un composto chimico solido, giallo. Il nome è spaventoso: cicloesadiene-1,4-dione. È della stessa famiglia dei cicloesani usati come solventi e svernicianti.
    E110 Giallo arancio. Effetti lassativi. Sospettissimo.
    E120 Rosso. Era "naturale", ma ora è anche prodotto artificialmente. Attenzione: se naturale, è fatto triturando insetti (le cocciniglie). Se sintetico, è da evitare lo stesso.
    TUTTI QUELLI DA E122 A E133 Coloranti sintetici, rossi o blu.
    E131 Blu Patent V. È a base di cloro. Avendo struttura molecolare affine allo iodio, si fissa nella tiroide, e può causare disturbi a livello ormonale. Inoltre, molto più grave, esso è stato ricondotto all'origine di numerosi casi di cancro allo stomaco e alla prostata. È stato bandito in Australia. Tuttavia è presente in numerosi prodotti, come medicinali,caramelle e in molti famosi sciroppi di menta.
    E142 Verde acido brillante
    E151 Nero
    E154 Bruno
    E180 Litolrubina (rosso rubino), azocomposto, come l’E102.
    Q E123 (amaranto), E127 (rosso), E128 (rosso), E154 (bruno), E160b (rosso-arancio), E161g (arancio), E173 (alluminio) ed E180 (rubino) non possono essere venduti direttamente al consumatore, segno, questo, d'una pericolosità potenziale ancora maggiore.
    Q I composti chimici per ottenere alcuni rossi provengono dalla distillazione del catrame.
    Q Un altro fenomeno preoccupante è che le liste di coloranti continuano da trent'anni a essere riviste e rimaneggiate dalla CEE (ora UE), in considerazione di nuovi test e risultati epidemiologici. La Direttiva del Consiglio europeo sulle sostanze coloranti che possono essere impiegate nei prodotti destinati all'alimentazione umana, la 65/469/CEE del 1965, è stata modificata nel '65, '67, '68, '70, '73, '76, '78, '81, '85, due volte nel '94, poi nel '95…)e la commissione congiunta d'esperti FAO-OMS (JECFA) è già arrivata al 52esimo diverso rapporto di valutazione degli additivi, contaminanti e residui di farmaci nel cibo. Ciò significa che continuano a saltar fuori, come gnocchi nell'acqua bollente, additivi un po' più tossici di quanto si pensava, da proibire o da limitare.
    Q Secondo fonti non ufficiali (C. Galimberti, 1978), ecco le liste nere.
    SOSPETTI. Gialli: E100, E101, E102 (fortemente allergizzante), E104;. Arancio-rossi: E110, E120, E122, E124 (tossico), E127 (secondo alcuni, da mettere fuorilegge). Blu: E131 (tossico). Verde: E142. Neri: E151, E153 (sospetto).
    FUORILEGGE. Gialli: E103, E105, E111. Rossi: E121, E123, E125, E126, E129. Blu: E130. Nero: E152.
    Q Il bravissimo Gianni Moriani, in Ecologia domestica (Aries-Franco Muzzio Editore, 1997), un libro di cui tutti dovrebbero avere a casa una copia, riassume così, in modo chiaro, ordinato e conciso, le avvertenze speciali per i soggetti più a rischio, i bambini, gli asmatici, chi ha un passato di allergie.

    Additivi e bambini

    I bambini iperattivi dormono poco, non sono tranquilli e a volte soffrono di eczemi e di asma. Nonostante un quoziente di intelligenza alto hanno difficoltà di apprendimento e di linguaggio. Crescendo, questi bambini possono diventare ancora più attivi, con il rischio di finire spesso al pronto soccorso.
    Ai genitori dei bambini iperattivi il medico Ben Feingold ha suggerito una dieta che comporta I'eliminazione di tutti gli alimenti e bevande con coloranti, aromatizzanti sintetici, glutammati, nitriti e nitrati, acidobenzoico, BHA e BHT. Per questi bambini si consiglia una di dieta priva di:
    E 102 - triazina
    E 104 - giallo di chinolina
    E 110 - giallo arancio S
    E 120 - cocciniglia
    E 122 - azorubina
    E 123 - amaranto
    E 124 - rosso cocciniglia A
    E 127 - eritrosina
    E 132 - indigotina
    E 133 - blu brillante FCF
    E 150 - caramello
    E 151 - nero brillante BN
    E 210 - acido benzoico
    E 211 - sodio benzoato
    E 220 - anidride solforosa
    E 250 - sodio nitrito
    E 251 - sodio nitrato
    E 320 - butilidrossianolo (BHA)
    E 321 - butilidrossitoluolo (BHT)

    Quattro Sberle in Padella 6
    Le persone che soffrono d'asma o che sono allergiche all'aspirina, oltre ai neonati dovrebbero fare a meno dei cibi che contengono questi additivi:
    E 212 - potassio benzoato
    E 213 - calcio benzoato
    E 214 - etile p-ossibenzoato
    E 215 - sale sodico dell'estere etilico dell'acido p-ossibenzoico
    E 216 - propile p-ossibenzoato
    E 217 - sale sodico dell'estere propilico dell'acido p-ossibenzoico
    E 218 - metil-p-ossibenzoato
    E 219 - derivato sodico dell'estere metilico dell'acido p-ossibenzoico
    E 311 - gallato di ottile
    E 312 - gallato di dodecile
    E 621 - glutammato monosodico.

    COLORANTI MINERALI. Il biossido di titanio, che uso per dipingere a olio, si usa come colorante nel cibo! È il bianco E171. Dicono che non faccia male. Io non mi fiderei — però è ottimo per pitturare. Alla larga anche dai colori alluminio, argento, oro (questi no che non fanno bene)1.
    Q Diffidiamo dei colori troppo intensi: recenti studi americani indicano che il giallo tramonto, la tartrazina-E102, il rosso carminio e il blu brillante causano, in alte dosi, aumento di lipidi totali,colesterolo, trigliceridi e diminuzione nel sangue di emoglobina e globuli rossi. I pigmenti marroni artificiali di alcuni tipi di cioccolato si depositano nell'esofago, nelle cellule del fegato, nel tessuto interstiziale e nei tessuti renali, colorandoli appunto di marrone.
    Q L'E150 sarebbe il caramello. Ma attenzione, E150b, E150c e E150d sono caramelli ottenuti con procedimenti chimici e ammoniacali, innaturali.
    Q Tanto per intenderci, vediamo cosa sono davvero taluni nuovi coloranti artificiali. Per esempio, un blu, un marrone bruno e un cioccolato, due rossi, un giallo.
    Il blu brillante FCF è in realtà "Blu brillante FCF * 770 * 42,090 * Sale disodico -( 4- N- etil- 3- solfobenzilammino) fenil - - ( 4-N- etil- 3- solfobenzilammino) cicloesa- 2,5- dieniliden)toluen- 2- solfonato".
    Il bruno FK è un miscuglio comprendente essenzialmente il sale disodico dell ' 1,3-diamino-4,6 di - (p-solfofenilazo) benzene e il sale disodico del 2,4-diamino-5 - (p-solfofenilazo) toluene.
    L'invitante marrone cioccolato è "HT * _ * 20,285 * _ * Sale disodico dell' acido 4,4 - ( (2,4-di idrossi-5 (idrossimetil) -m-fenilen) bis (AZO) di-1-naftalensolfonico".
    Rosso: "Rosso 2 G * 40 * 18,050 * _ * Sale disodico dell' acido acetammino-5 - idrossi-4 - (fenilazo) -3-naftalen-2,7 disolfonico". Questi ultimi tre coloranti sono vietati nella contigua Svizzera. Un altro rosso, la discussa litolrubina BK (E180) è "acido 2- idrossi-( 4- metil- 2- solfo- fenilazo)- naftalin- 3- carbonico". La Svizzera ne ammette solo i sali di calcio e di alluminio.
    Giallo: "Giallo 2 G * _ * 18,965 * _ * Sale disodico dell' 1 - 2,5-dicloro-4-solfofenil-5-idrossi-3-metil-4-p-solfofenilazopirazolo".
    Cose che si chiamano così non le ingoieremmo mai
    Domanda — se vi sono perpetue ed ineliminabili incertezze sui risvolti sanitari dell'uso di coloranti, visto che non hanno potere nutritivo, visto che devono essere sperimentati sui poveri animali vivisezionati e poi comunque non si sa se fanno male o no (i topi assorbono il 47,4% del giallo E110 e poi stanno male, noi no), se si devono spendere miliardi per sperimentare nuovi coloranti sempre più complessi che non vengano assorbiti ma espulsi… perché non vietarli del tutto?
    CONSERVANTI. Una lista nera tale da indurci quasi a consigliare di evitare il più possibile ogni cibo che ne contiene.
    L'acido benzoico con i suoi sali, presenti in bevande alcooliche e analcooliche, e gelatine con le sigle E210-213 si può usare, con un po' di cloro e qualche rimaneggiamento, come pesticida, ma il suo uso ha gravi effetti sull'ambiente.
    L’anidride solforosa, pericolosa perché reagisce con l'acqua per formare un acido, è responsabile della distruzione di vitamine non solo nel cibo ma anche nell'organismo che l'assume. Eppure viene usata (E220) con altri solfiti (E221-228) come conservante: quantità record nella “burger meat” (carne di hamburger), ma se ne trova in abbondanza anche nei crostacei crudi, nella gelatina di frutta (pectina — che tra l'altro è imputata anche di effetti nocivi sulle difese non-specifiche del corpo, su muscoli e cartilagini), nella senape di Digione (molto meno nelle altre) e nel succo di limone confezionato per condimento.
    1 In Australia sono infatti vietati.

    Quattro Sberle in Padella 7
    L'aceto di vino, che da 5000 anni ci accompagna a tavola, è ora sostituito industrialmente dall'essenza di aceto, acido acetico sintetico puro (E260-263), diluito con acqua (tra 15 e 25 g/100g), poco costoso ma molto corrosivo. Per un miglior dosaggio dovrebbe essere ulteriormente diluito: controllate la concentrazione sull'etichetta .
    Per quanto concerne gli antimicotici spruzzati su agrumi e banane (vedi oltre), nitrati e nitriti dei salumi etc. etc. la nostra censura è totale.

    ANTIOSSIDANTI.
    Diffidare di E307, E308 e E309 (tocoferoli sintetici). I produttori farebbero meglio a seguire l'esempio de i migliori preparatori di rimedi omeopatici, i quali usano come antiossidante il tocoferolo naturale, E306, la vitamina E, che si ottiene dall'olio di oliva!
    Alla larga da tutti i prodotti contenenti E320 (butilidrossianisolo)2 e E321 (butilidrossitoluene)! Si nutrono serissimi dubbi sulla loro innocuità, potrebbero essere causa di gravi disturbi epatici.

    COCKTAIL DI VELENI
    . Via la buccia dagli agrumi: se non sono biologici o prodotti dai piccoli contadini, essi, raccolti verdi, saranno stati fatti maturare (processo di “deverdizzazione”) in camere a gas piene di etilene, un idrocarburo gassoso che, siccome è infiammabile, ogni tanto esplode e muore qualche operaio. Quest'assurdità è consentita, nel paese degli agrumi, da una norma da repubblica delle banane, il DM 15/2/1984. Poi, vengono irrorati con difenile oppure ortofenifenolo, anche sodico, o anche tiabendazolo. Attenzione, però: se irrorato, il frutto deve riportare sulla confezione o sulla cassa la scritta: “trattato con E230/E231/E232/E233” (DM 27/2/1996 n.209).
    Un trucco (legale) abbastanza usato è quello di impregnare di sostanze chimiche non la buccia dell'agrume, ma la cartina che lo riveste, che, rilasciando lentamente i suoi veleni nel frutto, glieli fa assorbire gradualmente.

    SOLVENTI. Ci sono alcuni prodotti le cui materie prime subiscono procedimenti con l'uso di solventi che, seppur rimossi, possono comportare la presenza, non intenzionale ma “tecnicamente inevitabile” (secondo gli stessi produttori) di residui o di derivati:
    Esano Grassi, olii non d'oliva, burro di cacao; prodotti di soia sgrassati. L'uso di esano per i grassi è vietato in combinazione con l'etilmetilchetone.
    Etilmetilchetone (butanone), composto organico legato agli idrocarburi. Se subisce reazioni di condensazione, forma dei veleni. Può interferire con il metabolismo degli organismi. Possibili residui in caffè decaffeinato e nel tè deteinato: la legge ne tollera 20 mg/kg. Troppi.
    Acetato di metile (etanoato di metile), ottenuto dalla reazione del metanolo, è un liquido fragrante. Pessimo. Usato per la decaffeinizzazione del caffè e del tè. Minimi residui nello zucchero raffinato.
    Diclorometano decaffeinizzazione del caffè e del tè; può rimanerne un po' (5 mg/kg) nel caffè torrefatto. Male.
    Ecco come si fa il caffè decaffeinato. I chicchi vengono trattati con vapore, poi l'estrazione della caffeina si attua con i suddetti solventi. Il solvente viene recuperato con la caffeina, di cui l'industria farmaceutica è ghiotta. Infine, nuovo lavaggio con vapore ed essiccazione — ma i solventi, derivati dagli idrocarburi clorurati, non sono idrosolubili, e un lavaggio con acqua calda non può escludere l'eventualità di residui la cui tossicità è pari a quella della benzina.
    Sempre a proposito di caffè, la Commissione europea, con la Raccomandazione del 22 dicembre 1998, ha avviato in tutta Europa un programma di controlli a tappeto sui livelli di ocratossina A nel caffè crudo (ma forse ce n'è anche in quello tostato, non si sa). Si ritiene che l'ocratossina A sia un potente agente nefrotossico, una sostanza cancerogena con proprietà genotossiche. Nella Comunità europea non è stato fissato alcun limite massimo specifico per l'ocratossina A nel caffè, né a livello comunitario né, nella maggior parte degli Stati membri, a livello nazionale. I dati scientifici disponibili non indicano con chiarezza quali sono gli effetti di vari processi, quali la torrefazione, sulla riduzione del contenuto in ocratossina. Inoltre, il caffè crudo è raramente venduto direttamente al consumatore. Pertanto, il controllo riguarderà tutti i tipi di caffè (crudo, torrefatto, macinato, istantaneo, ecc.), per determinarne l'eventuale tenore in ocratossina A. In generale, meglio non bere più di cinque caffè al giorno.

    A proposito di "tossine"… Scrive Gianluca Tornatore, dell'Istituto di Industrie Agrarie, Catania:
    Da una trentina di anni a questa parte sempre maggiore attenzione è rivolta verso la contaminazione di alimenti da parte di composti biologici naturali come le micotossine. Le micotossine sono prodotti del metabolismo secondario delle muffe, che si sono sviluppate su un alimento; l’ingestione di questo alimento, se la sostanza tossica è presente in quantità sufficiente, provoca un’intossicazione nel consumatore, uomo o animale. Le intossicazioni da micotossine provocano, in maniera passeggera o duratura, dei disturbi a carico di una o più funzioni dell’organismo; le alterazioni a carico del fegato, dei reni, dei centri nervosi, della circolazione sanguigna o del tratto digestivo

    2 Attenzione: l'E320 è contenuto in una notissima marca di chewing-gum per bambini!
    Quattro Sberle in Padella 8


    sono le più frequenti e possono essere tali da provocare la morte. Tra le micotossine di interesse alimentare le aflatossine sono le più conosciute e studiate. Esse sono prodotte da funghi appartenenti alla classe degli ascomiceti, genere Aspergillus ed in particolare da Aspergillus flavus e Aspergillus parasiticus. Dal punto di vista chimico hanno formula derivata dalla metossicumarina. Le principali aflatossine sono la B1, B2, G1, G2 e loro derivati come la M1 ed M2 nel latte. La loro azione nei confronti dell’organismo risulta essere cancerogena e teratogena, si esplica a livello del fegato. Le potenzialità di contaminazione da parte di funghi responsabili della produzione di queste tossine sono notevoli. Possono trovarsi su una grande varietà di prodotti conservati, come carni, pesce e sementi di vario tipo, con preferenza per quelle oleaginose: evidenti i rischi per l’alimentazione umana ed animale.
    Inoltre i trattamenti di decontaminazione eliminano le muffe ma risultano inefficaci nei confronti delle tossine dalle stesse prodotte.
    L'Europa è assediata dalla piaga delle aflatossine. Frutta secca, arachidi con e senza guscio, poi mandorle sgusciate, nocciole, noci brasiliane e peperoncino in polvere, fichi secchi (provenienti dalla Turchia) nonché pistacchi sarebbero a rischio. Addirittura, dopo decine e decine di sequestri negli ultimi cinque anni per "elevate concentrazioni di aflatossine", in data 8/9/1997 la Comunità Europea ha sospeso temporaneamente l'importazione di pistacchio dall'Iran. In data 11/12/1997 la Comunità Europea ha abrogato la decisione del 8/9/1997 e ha deciso che le partite in importazione devono essere assoggettate a controllo per la ricerca dell'aflatossina B1 e dell'aflatossina totale.Ogni partita dovrebbe essere scortata da un certificato sanitario con un marchio ad inchiostro o a stampa con caratteristiche definite dall'accordo CEE-Iran. Le partite possono essere importate solo attraverso i porti e aeroporti diAncona, Bari, Genova, Livorno, Napoli, Ravenna, Salerno, Trieste. Solo che già nel giugno del '98 è stato bloccato a Venezia (dove non avrebbe dovuto esserci) un altro carico irregolare di pistacchi, destinato a un importatore napoletano…
    Funghi: dispiace constatare che sono putroppo frequenti, alle nostre frontiere, le segnalazioni di allerta per i funghi provenienti dalla Bielorussia, dall'Ucraina, dalla Lituania, dalla Bulgaria, dalla Polonia, a volte anche destinati a ditte italiane (e quindi, presumibilmente, al nostro mercato). Causa: radiottività.

    Dal misterioso Oriente, Cina e Giappone, arrivano in Italia sciroppi e pozioni d'erbe, ginseng, alghe. Càpita che la somma di acido sorbico ed acido benzoico sia superiore ai limiti consentiti (il valore massimo consentito dalle vigenti norme di legge è pari a 600 mg/Kg. - D.M. 209/96, Allegato IX -), o che ci siano quantità elevate di metalli pesanti e pesticidi. Rimarchiamo il fatto che non è raro che partite di alghe giapponesi (alghe kombu, nori, xakame, arame, hijiki) siano contaminate addirittura da arsenico! Ciò è doppiamente disdicevole, giacché in Italia le alghe sono destinate proprio ai cultori della cucina salutista, vegetariana e macrobiotica che così s'ingurgitano anche loro la loro razione di arsenico.

    Ogni tanto, qualche carico di frutta proveniente in genere da paesi extra-comunitari (Argentina, India, Marocco) viene sequestrato alle frontiere per la presenza di pesticidi vietati da anni o da decenni: difenilammina e captano, Chlormequat, esaclorobenzene, quintozene, beta HCN, pentacloro-anilina, esaclorocicloesano, anidride solforosa (l'abuso di quest'ultima è molto diffuso in Turchia), pesticidi ditiocarbammati (specie nei capperi e nelle olive provenienti dal nord Africa)… Un piccolo scoop: il 19/6/97 e il 17/11/97, presso il porto di Venezia, sono state bloccate due partite di grassi, entrambe provenienti dalla Hanuman Vitamin Foods di Bombay (India): una per "Elevati livelli di pesticidi", l'altra, di "Sal Fat/Sal Stearine", per "Elevati residui di BHC/DDT"… Erano indirizzate all'azienda produttrice di una celebre crema spalmabile al cioccolato.
    Nel provolone si trova purtroppo spesso un po' troppa formaldeide, E239, che è usata anche dai medici legali per conservare i cadaveri. La formaldeide è cancerogena. Ai cadaveri non importa, a noi sì…
    Nei prodotti animali ci sono poi tantissimi contaminanti (benzopirene, le temutissime N-nitrosammine, le già citate aflatossine in carni e pesci conservati) strettamente associati al rischio cancro. Ricordiamo poi che i pesticidi (i tremendi chlorinated pesticides) e le diossine (PCB, CB153, p,p'-DDE, HCB, alfa-HCH etc. etc.) si accumulano proprio nei tessuti adiposi, cioè nel grasso, di suini e di bovini.
    I metalli pesanti tossici che contaminano quasi tutti gli alimenti possono interferire con il nostro metabolismo, arrecare danni cerebrali e persino causare problemi d'apprendimento e memoria ai bambini, fino alla malattia chiamata saturnismo. Il piombo, per esempio, esplica la sua tossicità sulla produzione del sangue, ha effetti neurologici e affligge anche i tessuti renali. L'assunzione continuata e protratta di alluminio aumenta il rischio di essere preda di scompensi nervosi e (sembra)aggrediti dal morbo di Alzheimer.
    Però i livelli tossici di metalli pesanti si possono eliminare dal corpo con un trattamento detto ‘terapia chelante’, in cui le sostanze si legano ai metalli e li espellono. Sostanze nutritive quali vitamina C o sodio alginato svolgono questa benefica azione.

    Secondo gli scienziati, per allontanare il rischio di sviluppare un tumore si deve:
    Aumentare il consumo di frutta e verdura;
    diminuire l'introduzione di grassi animali e alcool;
    evitare cibi troppo elaborati, affumicati, ammuffiti.

    Quattro Sberle in Padella 9
    Divieto assoluto di trattamento con additivi per: miele (l.12/10/1982 n.752), olii d'oliva, burro, latte e panna, yogurt, acqua minerale naturale, caffè (in quello istantaneo invece sono consentiti), tè, zucchero, pasta e alimenti per lattanti. Quest'ultimo argomento merita un paragrafo a parte.

    Omogeneizzati. La sicurezza per le pappe dei bambini è stata ribadita con il DPR 7 aprile 1999, n.128, in forza del quale non devono esserci residui di antiparassitari superiori a 0,01 mg/Kg. e non possono esserci prodotti geneticamente modificati. Dunque, le industrie produttrici dovrebbero già avere ritirato le pappe fuorilegge e convertito le linee produttive con acquisti di derrate certificate come "biologiche". Dovrebbero. Alla data del marzo 2000 solo due marche di omogeneizzati su quattro esposte negli scaffali della grande distribuzione erano già "a norma di legge", cioè (deve esserci scritto sulla confezione) "a norma del DPR 128 del 7/4/99".
    Ripetiamo, sui nuovi prodotti per bimbi dovrebbe esserci scritto "a norma DPR 128/99", o "con prodotti da agricoltura biologica reg. CEE 2092/91" o ancora "non contiene prodotti geneticamente modificati".
    Questi si dovrebbero poter acquistare senza timore.

    Non tutti gli additivi contrassegnati dalla lettera “E” sono pestilenziali: per esempio, il colorante verde E140 è la clorofilla, che si estrae dall'erba e dall'ortica. Uno degli E160 è l'estratto di paprica, l'E162 viene dalle radici di barbabietola sciolte in acqua, l'antiossidante E 306 è la vitamina E che s'ottiene dall'olio di oliva.
    I contorcimenti di stomaco non affliggono solo i consumatori che ingoiano tutti questi veleni, ma anche l'intera comunità scientifica, che da più di vent'anni si dibatte tra decine di ricerche sconclusionate, accuse, sospetti, dati contradditori o incomprensibili.
    Ecco un breve sommario della lista di sospetti effetti nocivi sulla salute umana di alcuni additivi, tratta dalle pubblicazioni scientifiche solo degli ultimi anni.

    L'acido sorbico interagisce con i costituenti naturali del cibo. Il 4-HR che si vorrebbe sostituire ai dannosi solfiti come antiossidante è sospettato di sviluppare un effetto tossico nell'intestino umano; amaranto (E123) e tartrazina (E102) hanno un chiaro effetto immunosoppressivo; aromi artificiali, coloranti e conservanti sono potenziali colpevoli di eruzioni cutanee e sensibilità ai medicinali;il colorante E102 e i solfiti usati come conservanti E222, E223, E224 causano forti reazioni, più acute nei pazienti che già soffrono di orticaria cronica; le reazioni agli additivi nel cibo (azocomposti, solfiti, benzoati) potrebbero essere non solo allergiche, ma ben più subdole PAR, "pseudoallergic reactions" difficili da trattare e da curare; è confermata una relazione tra l'ingestione di cibo addizionato di certi additivi e una reazione del tratto respiratorio, ma il meccanismo è sconosciuto; undici fra i coloranti sintetici più usati nel mondo ostacolano, inibiscono o impediscono la respirazione delle cellule del fegato e dei reni – l'eritrosina (E127) addirittura del 100%; il glutammato monosodico, la tartrazina, l'eritrosina, i solfiti, i benzoati (dall'E210 all'E219) sono sospetti di ruolo eziologico nella sindrome di Melkersson-Rosenthal (paralisi ed edema facciali) e di ricadute sul sistema immunitario; i coloranti azotati possono causare esantema e asma; gli additivi sintetici nei cibi provocano disturbi comportamentali, irritabilità, difficoltà d'apprendimento, iperattività, disturbi sel sonno nei bambini; si è appena scoperta un'allergia da contatto con i solfiti, comunemente usati come antiossidanti (dall'E220 all'E228); l'interazione tra gli xenobiotici della dieta e i composti endogeni biologicamente attivi sono una fonte potenziale di patologie: in particolare, gallati (E310-E311 etc.), azocomposti e vanillina interferiscono con le funzionalità del fegato; gli additivi del cibo possono indurre un ampia gamma di reazioni dannose in individui sensibili, e la complessità dei diversi meccanismi patofisiologici evolvono in reazioni allergiche (immunologiche) o d'intolleranza (non immunologiche): processi patogeni si osservano soprattutto per azocomposti e solfiti; sono noti gli effetti tossici, mutageni e antinutrizionali dell'anidiride solforosa e dei suoi sali (dall'E220 all'E228) usati come conservanti; si segnalano attacchi d'asma nella popolazione della Melanesia in seguito all'introduzione di cibi industriali provenienti dall'Occidente; i più importanti sintomi causati dagli additivi sono orticaria e angioedema, ma riniti, asma e disturbi gastrointestinali sono anche registrati, e alcuni additivi hanno mostrato di indurre sintomi anche in altri organi come il sistema nervoso centrale; gli azocomposti interferiscono con l'equilibrio dei microorganismi intestinali; gli additivi nel cibo possono provocare vascoliti cutanee; l'E102 ha un alto potenziale clastogenico (può indurre aberrazioni cromosomiche ); aspirina e additivi (solfiti, E211, E214, glutammato monosodico)sono causa di broncocostrizione in soggetti sensibili; gli additivi hanno un ruolo in gravi dermatiti, che scompaiono con una dieta priva di additivi; ci sono numerosi casi di reazioni avverse a composti azotati, monosodio glutammato (E620-E621), acido benzoico, solfiti ; è dal 1958 che si conoscono gli effetti dannosi alla salute di molti composti chimici usati nel cibo, ma molti meccanismi – per esempio delle reazioni anafilattiche, non IgE mediate, o delle reazioni con la mucosa gastrica e col sangue , non sono completamente conosciuti; molti coloranti del cibo e delle bevande, naturali o artificiali, sono "particolarmente potenti" nell'interferire con la produzione di enzimi; l'anidride solforosa (E220) presente in quantità eccessive distrugge nel nostro corpo la tiamina, e può causare gravissimi casi di avitaminosi.3
    Niente male. Potremmo continuare così per altre dieci pagine.

    Consideriamo inoltre che:
    1. le prove sperimentali prima dell'immissione in commercio di un additivo non sono affidabili. Esse consistono prevalentemente negli esperimenti su animali. Cinque prove, dopo quelle
    3 Nell'ordine, abstracts tratti da Ferrand C. et al., Food Addit. Contam., maggio-giugno 1998, 15(4), 487-93; Guandalini E. Food Addit. Contam. feb-mar 15(2) 171-80; Koutsogeorgopoulou L. et al., Vet. Hum. Toxicol. febbraio 1998 , 40(1), 1-4; Orchard D.C., Australas Journal Dermatol. novembre 1997, 38 (4), 212-4; Jimenez-Aranda G.S., Rev. Alerg. Mex. nov-dic 1996, 43(6), 152-6; Kurek M. Pediatr. Pol. settembre 1996, 71(9), 743-52; Bjorksten B., Toxicol. Lett. agosto 1996, (2-3), 85-8; Reyes F.G. et al., Food Addit. Contam gennaio 1996, 13(1), 5-11; Bagan J.V. et al., Clin. Exp. Allergy marzo 1995, 25(3), 260-4; Thuvander A., Lakartidningen gennaio 1995, 92 (4), 296-8; [sull'iperattività infantile e sui disturbi comportamentali, la letteratura scientifica è troppo vasta da poter esser citata qui]; Allerg. Immunol. novembre 1994, 26(9), 324-6; Bamforth K.J. et al., Biochem. Pharmacol. 17 novembre 1993, 46 (10), 1713-20; Wutrich B., Ann. Allergy ottobre 1993, 71(4), 379-84; Stammati A. et al., Food. Addit. Contam. set-ott 1992, 9(5), 551-60; Timberlake C.M. et al. ,P.N.G. Med. Journal settembre 1992, 35(3), 186-90; Novembre E. et al., Pediatr. Med. Chir., gen-feb 1992, 14 (1), 39-42; Stevens E.J. jr. et al., Crit. Rev. Microbiol. 1992, 18 (3), 175-90; Veien N.K., Acta Derm. Venereol. 1991, 71(1), 73-4 ; Giri A.R. et al., Cytobios 1990, 62 (249), 111-7; Hong S.P. et al., Onsei Med. Journal, dicembre 1990, 30 (4), 339-45; Van Bever H.P., Allergy novembre 1989, 44 (8), 588-94; Montano Garcia M.L., Rev. Alerg. Mex. maggio-giugno 1989, 36 (3), 588-94; Schaubschlager W. et al., Immun. Infekt. giugno 1988, 16(3), 118-9; Gibb C. et al., Biochem. Pharmacol., 15 luglio 1987, 36(14), 2325-30;
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    biochimiche: 1) tossicità acuta, LD50, la dose che causa la morte nel 50% degli animali dopo 24 ore; 2) tossicità sub-cronica, si propina l'additivo agli animali per 3-6 mesi; 3) stusi sull'alimentazione cronica (1-2 anni) fatti normalmente per la carcinogenicità; 4) studi sulla generazione/fertilità (riproduzione); 5) studi sulle nascite "difettose", sugli effetti sul feto (teratogenicità). Ma nessun animale è un modello efficace per l'uomo, nessuna prova con animali può essere predittiva di intolleranze, reazioni allergiche o PAR, con nessun animale si possono simulare gli effetti dell'assunzione a lungo termine di una determinata sostanza. Raccontiamo una storiella vera, pubblicata nel gennaio 2000: "Titolo: Studio a lungo termine sulla tossicità e sulla cancerogenicità del ciclammato (E 952 e ciclammati sono dolcificanti sintetici) in primati non-umani, fatto al National Cancer Institute di Bethesda, nel Maryland, USA. 21 scimmie (cynomolgus rhesus, African green) sono state nutrite con ciclammato (100 mg/kg e 500 mg/kg) nella dieta cinque volte al dì a settimana da pochi giorni dalla nascita e si è continuato così per 24 anni. Tumori maligni sono stati diagnosticati in tre scimmie ventiquattrenni… Tumori benigni sono stati trovati nell'autopsia in tre femmine… Nessun tumore è stato trovato nel gruppo di controllo4 di 16 scimmie. Esami dei testicoli hanno rivelato una completa atrofia testicolare in una delle scimmie nutrite con ciclammato, e aplasia di cellule germinali in altre due scimmie. Arresti della maturazione della spermatogenesi sono stati osservati in entrambi i gruppi, in animali ultra-ventenni… Tre dei maschi con ciclammato a 500 mg/kg avevano concentrazioni di plasma comparabile a livelli che producono atrofia testicolare nei ratti. Comunque, solo uno dei tre mostrava prove di irregolare spermatogenesi. In conclusione, insomma, le anormalità ai testicoli e gli sporadici e differenti casi di tumori maligni trovati dopo più di venti anni di dosaggi non hanno portato prova inconfutabile di effetto tossico o cancerogeno del sodio ciclammato nelle scimmie"5. — E allora, cosa diamine avete provato, maledetti imbecilli? Per che cosa avete rovinato le vite di decine di scimmie, per che cosa avete speso centinaia di migliaia di dollari e più di vent'anni di ricerche? Per che cosa?
    2. Non è possibile prevedere gli effetti dell'interazione tra un composto sintetico e l'altro: il nostro corpo è quotidianamente bombardato di una raffica di agenti e reagenti chimici di cui sono possibili milioni di combinazioni e nessuno può sapere come reagiranno fra di loro e con l'organismo. Per esempio, in uno studio dell'83 sui potenziali mutageni e cancerogeni nel cibo, si scoprì che sorbati e nitriti formano diverse specie di agenti mutageni e genotossici quando si presentano insieme nel ph acido dello stomaco: solo due dei mutageni sono stati identificati, e hanno nomi allarmanti: acido etilnitrolico e 1,4-dinitro-2-metilpirrolidone…
    3. Di ogni additivo sintetico verrebbe proposta una "dose giornaliera accettabile" (ADI-Acceptable Daily Intake). Ma è da anni in corso un acceso dibattito scientifico su: come stabilirla? Sarebbe "accettabile" per chi, per il consumatore o per l'industria? Chi stabilisce quando il rischio è accettabile per me? Di quali informazioni si ha bisogno? E di quale precisione? Quale può essere l'escursione della dose? Per quanto tempo il superamento di una dose giornaliera può essere tollerato riguardo alla tossicità chimica, all'accumulazione, ai meccanismi della tossicità? Quali metodi dovrebbero essere usati per stimare l'assunzione giornaliera e quali sono rilevanti? Che significato ha "consigliare" un'assunzione giornaliera massima, se poi nessuno può in pratica controllare i cibi che mangia? — Per esempio, un'indagine del centro nazionale per la tutela dei consumatori in Finlandia rivelò che nell"88 le dosi di nitrati, nitriti, saccarosio e ciclammati assunti dai finlandesi erano oltre i valori dell'ADI6, un'indagine in Francia nel '927 ha rivelato che i francesi da 40 a 75 anni superano la dose consigliata di solfiti, gli americani 8eccedono sistematicamente le dosi di dolcificanti sintetici. In Italia, una ricerca del '94 dice: "tutto nella norma". Vabbe'…
    4. Filosofia della scienza: ciò che non è discutibile, non è scientifico. La scienza non può darci risposte insindacabili e definitive – e la storia della scienza, costellata di sbagli, fallimenti, errori, assurdità, ce lo dimostra. Ogni conclusione scientifica deve poter essere "falsificabile", e non dovremmo caricare le ricerche sperimentali della pesante responsabilità di decidere se una determinata sostanza chimica si può immettere in commercio o no. Si dovrebbe invece sottoporre ogni ricerca scientifica, così come si fa nei processi giudiziari, al vaglio di un organismo di controllo che funga da giudice, "perito dei periti".
    5. Infine, si può lanciare anche qui un monito, un assunto di base valido non solo per i rischi alimentari, ma per tutte le questioni inerenti alla salute pubblica, dai cibi transgenici all'inquinamento fino ai campi elettromagnetici. Lo troviamo infatti nitidamente espresso dal
    4 "Gruppo di controllo" si dice, nel gergo della vivisezione, di quel gruppetto di animali su cui non si pratica alcun esperimento, ma vengono lasciati lì accanto per "controllare" poi le differenze tra loro e gli altri, più sfortunati animali.
    5 Takayama S. et al., Toxicol. Sci. gennaio 2000, 53(1), 33-9.
    6 Penttila PL et al. Z Lebensm Unters Forsch, gennaio 1988,186(1),11-5.
    7 Mareschi J.P. et al., Food Addit. Contam. settembre-ottobre 1992, 9(5), 541-9.
    8 Guthrie J.F., Morton J.F., Journal Am. Diet. Assoc. gennaio 2000, 100(1), 43-51.
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    giornalista Giuseppe Musmarra in un recentissimo pamphlet sui rischi dei telefoni cellulari. Provate a sostituire mentalmente 'telefonini" con "additivi" – il risultato è sorprendente. "Gli indizi scientifici circa la pericolosità dei telefonini sono molti. Ma se anche non fosse così, quand'anche la scienza sostenesse unanime che i telefonini non fanno male, un cittadino non avrebbe comunque diritto alla paura? È questo un aspetto decisamente sottovalutato: senza inoltrarsi in considerazioni di carattere epistemologico, non è possibile dubitare comunque delle attuali conoscenze scientifiche? Chi può escludere che in futuro nuove scoperte rivelino rischi oggi ancora ignoti?"9 E chi può dire se la scienza sarà mai in grado di rivelarli?
    Come difendersi da questa invasione chimica? In attesa di una utopistica legge a difesa del consumatore (eliminazione di un gran numero di additivi, coloranti, aromatizzanti, dolcificanti, coadiuvanti tecnologici) applicata sotto il controllo degli organi di vigilanza, non ci resta che controllare l'etichetta di ogni confezione e acquistare solo i prodotti che non hanno additivi, o ne contengono nella minor misura possibile, scartando subito quei cibi con additivi nocivi.
    La soluzione è sicuramente data dall'acquisto di alimenti provenienti da produzioni biologiche.
    AROMI. Come si traduce, in italiano, “aromes artificiels”, “Kunstaromen”, “artificial flavour”? Si traduce con “aromi naturali”, per la nostra legge! Una norma del 1973 consentiva “l'impiego di sostanze aromatizzanti naturali… e costituenti di sostanze aromatizzanti, estratti, isolati dalle medesime o riprodotti per sintesi chimica”. Ora, grazie al D.lgs. 25/1/1992, n.107, sono chiamati “naturali” anche gli aromi “estratti con solventi” e ogni sostanza ottenuta “per sintesi chimica” anche “NON identica chimicamente a una sostanza naturalmente presente”. Di bene in meglio.
    PESTICIDI. Forse non è abbastanza chiara l'urgenza di volgersi verso l'agricoltura biologica, allontanandosi dai fitofarmaci. Il quadro, attualmente, è questo:
    — 35 tipi di pesticidi, cancerogeni secondo l'EPA (attivissima Agenzia federale USA per la Protezione dell'Ambiente) e vietati in America sono regolarmente in commercio in Italia e usati tranquillamente. Tra di essi, il tremendo tiofanato-metile (contenuto nell'Enovit Metil usato in frutticoltura, viticoltura e vivaistica), la molecola-killer aldrin e la celeberrima (o famigerata?) atrazina.
    — 36 princìpi attivi di prodotti chimici da giardino, tra i pesticidi “consentiti”, sono “pericolosi per animali (e uomini)”, “pericolosi per uccelli, pesci”, “api, insetti”, persistono lungamente nell'ambiente (ricordate il DDT – diclorodifeniltricloroetano? È ancora in circolo nella catena alimentare: ce lo stiamo ancora mangiando), vengono segnalati da Soil Association e dalla London Food Commission come cancerogeni, teratogeni, mutageni; così come 7 prodotti contro gli afidi (impiegati in orto-floricoltura, frutticoltura e agrumicoltura); così come 7 anticrittogamici (fungicidi spruzzati su fiori, frutta, vigneti) oltre al terribile captano, che ha una molecola simile al Talidomide; così come gli insetticidi che, oltre agli insetti indesiderati, distruggono anche quelli importanti per la buona salute del terreno e insetti antagonisti di quelli dannosi. Gli agenti assassini si chiamano Weed B Gon, 2,4D e 2,4,5TP, silvex, pentaclorofenolo, diossine e furani. State lontani da insetticidi il cui principio attivo sia il methiocarb o il methil-paration (rischio di intossicazione I, mortale), o fenpropathrin o azocyclotin (rischio di intossicazione II, grave). Eppure, in America, dove la legislazione e il sistema d'allerta sono più efficaci che qui, vi sono interi archivi di nomi di giardinieri che, usando in continuazione prodotti normalmente in commercio, si sono ammalati di soft-tissue sarcoma, leucemia, linfoma di Non-Hodgkins, con una progressione lenta ma inesorabile (il periodo di latenza può andare da 10 a 20 o più anni).
    — Tracce anche consistenti di pesticidi vietati si trovano comunque ogni tanto nelle verdure vendute al supermercato, a dimostrazione che la scarsità di controlli consente tuttora che qualcuno usi ancora agenti chimici proibiti, dannosi, al bando da anni. I primi dati pubblicati nel gennaio 2000 di una ricerca patrocinata dal Ministero dell'Agricoltura erano alquanto allarmanti: tra il 5 e il 15% di ortaggi e frutti analizzati (5000 campioni) erano impregnati di pesticidi oltre la soglia permessa, ma soprattutto erano contaminati da pesticidi fuorilegge da vent'anni!
    Si pensi poi che sono quasi 3.000 all'anno, solo in Italia, i casi di intossicazioni acute provocate da pesticidi, che hanno fatto "squillare" i centralini dei quattro maggiori centri antiveleni italiani: Milano, i due di Roma, Napoli. Vittime quasi sempre agricoltori o persone che vivono in ambiente agricolo, colpiti dagli effetti di diserbanti o antiparassitari. Il nome dei prodotti più a rischio intossicazioni sono il parasquat, il diclorfos e il timetoato.
    Nessuno sforzo tecnologico o economico (per sviluppare e lanciare un nuovo pesticida occorrono da 15 a 20 milioni di dollari) potrà mai cancellare un dato di fondo: i pesticidi sono prodotti chimici destinati a uccidere, e anche se oggi sono più selettivi di un tempo, il loro impiego continua a provocare danni all'ambiente (inquinamento delle acque di superficie e delle falde, danni alla flora e alla fauna) e alla salute degli esseri viventi. Ed è una colossale menzogna che le piante transgeniche ne ridurranno l'uso, anzi: il 70% delle piante dell'orto di Frankenstein coltivate in America (e la
    9 Fonte: G. Musmarra, Le nocività del telefonino, Kaos, Milano 2000.
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    percentuale è analoga nei 300 campi sperimentali italiani) sono state modificate geneticamente per poter resistere a dosi quintuple di diserbanti e antiparassitari, che così potranno essere spruzzati con meno remore e, cosa assai più grave, a minor distanza di tempo dalla raccolta e dal consumo.
    Consigli: rotazione vorticosa della scelta. Variare spesso le marche dei prodotti confezionati, non affezionarsi a nessuna, in modo da diminuire la probabilità di incappare in prodotti contaminati persistendo poi nel loro consumo. Variare spesso anche supermarket.
    Lavaggio. Lavare e rilavare accuratamente verdura e frutta, lasciandola anche in ammollo in bicarbonato; sbucciare i vegetali fino a 6-8 millimetri di polpa (a tanto possono penetrare i veleni, pesticidi, anticrittogamici e funghicidi).
    Il College of Agriculture dell'Università dell'Arizona dice:
    Se siete preoccupati per gli additivi che si insinuano nella vostra dieta, potrete evitarne una buona parte mangiando cibi non preparati industrialmente… Per minimizzare le accidentali contaminazioni nel cibo, potrete:
    1. risciacquare e pulire sfregando forte frutta fresca e ortaggi;
    2. eliminare le foglie esterne dei vegetali fronzuti;
    3. togliere la pelle e il grasso da carne, pesce e pollame;
    4. scartare il 'sughetto' e il grasso rilasciati nella cottura di carne, pesce e pollame, poiché molti contaminanti del cibo si disciolgono nel grasso.
    Ma il consiglio dei consigli è: scegliere prodotti biologici, esenti, per natura, da tutti i venefìcî!
    Q I medici dell’ADRIA così rimarcano il problema.
    Ci sono 5 possibili tipi di inquinamento degli alimenti:
    1. Residui di pesticidi, anticrittogamici, metalli pesanti. Si possono purtroppo trovare tracce di insetticidi, pur vietati, nelle materie prime provenienti da determinate nazioni, oppure nel nostro latte (la legge italiana, per esempio, ne consente la presenza in concentrazioni anche maggiori rispetto all’acqua “potabile”). Inoltre, le piogge acide cadono su tutte le coltivazioni, e ciò comporta la presenza di alcuni metalli pesanti tossici in tutti i prodotti agricoli.
    2. Uso eccessivo e spropositato di fertilizzanti chimici, che comporta spesso un impoverimento delle vitamine e sali minerali di ortaggi e frutti.
    3. Presenza di additivi e conservanti.
    4. Assunzione costante e ripetuta di alcuni alimenti (per esempio, i “grassi vegetali idrogenati”, onnipresenti nei cibi industriali): a lungo andare, soprattutto se ci sono intolleranze alimentari, possono dare problemi comparabili a quelli “da inquinamento”.
    5.Possibili frodi commerciali. Molto più vicine di quanto si pensi: dalle ispezioni dei NAS, i Carabinieri per la Sanità, risulta che uno degli alimenti più frequentemente adulterati tra quelli sottoposti a controllo è il pane (insieme con lo zucchero, gli olî e il vino).
    Ciò non vuol dire che il nostro panettiere sia un avvelenatore o che dal rubinetto esca insetticida: vuol semplicemente far riflettere sull’opportunità di usare la testa anche quando mangiamo, e di sapere bene che cosa mangiamo prima di introdurlo nel nostro corpo.
    Q Ricordiamo che nel fatto del produrre, distribuire, commercializzare prodotti adulterati si possono ipotizzare estremi di svariati reati, tra cui in primo luogo:
    — Delitto di commercializzazione di alimenti pericolosi per la salute pubblica (art. 444 Cod. Pen. per la versione “dolosa” e art. 452 Cod. Pen. in relazione allo stesso art. 444 per la versione “colposa” del reato);
    — Reato contravvenzionale di “distribuzione al consumo di alimenti comunque nocivi” (articoli 5, lettera d), e 6 della legge 30 aprile 1962 n.283);
    — Innesco del sistema di allerta (D.Lgs. 3 marzo 1993 n.123 art. 11) che può anche portare alla chiusura, per ordine del Sindaco o del Prefetto, dello stabilimento o dell'esercizio commerciale.
    Tutto ciò in caso di:
    — Frode tossica: si realizza in caso di riscontro d'intossicazione di qualche sventurato consumatore + condotta sleale del produttore/distributore;
    — Prodotti alimentari nocivi: non necessaria la frode, ininfluente il comportamento “doloso” o “colposo”; necessario e sufficiente invece che il prodotto si presenti “nocivo”;
    — Prodotti pericolosi: non necessarie né “frode” né “tossicità” o dannosità: senza certezza di danno alla salute, basta la semplice “probabilità” ovvero l'accentuata “possibilità” che l'evento pregiudizievole per la salute si verifichi. La nozione di pericolosità, fulcro dell'art. 444 Cod. Pen., è stata delineata dalla Cassazione non solo come “pericolo ipotetico”, bensì “pericolo concreto… pericolosità indefettibilmente concreta e non supposta” (Sez.I 17 ott '87).
    Come cornice, citiamo l'articolo 2 del regolamento (CEE) n. 315/93 del Consiglio (il Regolamento è immediatamente cogente e non necessita di legge applicativa) vieta la vendita di prodotti alimentari contenenti contaminanti in quantitativi inaccettabili sotto l'aspetto della salute pubblica e, in particolare, sul piano tossicologico.
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    Vi siete spaventati per questa messe di disposizioni penali? Niente paura. In una ricerca sulle sofisticazioni compiuta nel 1994 (intitolata significativamente Frodi e sofisticazioni alimentari. Quando il crimine paga) l'EURISPES s'esprime in termini piuttosto sconsolanti:
    Prendendo in considerazione le incidenze dei diversi reati sul totale dei procedimenti penali avviati nel triennio, il tipo di violazione che ha il peso più rilevante è la frode nell'esercizio del commercio (art. 515 C. P.) che copre il 70% dei casi, seguito, a notevole distanza, però, dal commercio di sostanze alimentari nocive (art. 444 C. P.) e dalla vendita di sostanze non genuine come genuine (art. 516 C. P.), il primo con un peso del 14,7% ed il secondo del 9,6%. Molto contenuto è il numero dei casi che concernono i due reati penalmente più gravi dell'insieme oggetto di queste considerazioni: l'adulterazione o contraffazione di sostanze alimentari (art. 440 C.P.) ed il commercio di sostanze alimentari adulterate o contraffatte (art. 442 C.P.), rispettivamente con incidenze del 4% e dell'1,6% sul complesso dei procedimenti…
    Si tratta di titolari o gestori di 22 ditte, per sei delle quali le violazioni attengono a situazioni di inganno circa la qualità dei prodotti, per una concerne l'identità dei beni offerti al pubblico e per ben quindici si riferiscono a possibili (o addirittura procurati) danni alla salute ed all'incolumità delle persone.
    Esiti finali di un percorso che - in ragione, in particolare, sia dell'attività del N.A.S. che della volontà che traspare dalla legge sulla 'prevenzione e la repressione delle sofisticazioni alimentari' – sembrava dovesse essere interamente pervaso da un forte e diffuso impegno a difendere davvero i consumatori e le ditte oneste e che, invece, inviterebbe a concludere, ripetendo Shakespeare, "Molto rumore per nulla!".
    A questa desolante conclusione si arriva sia per l'esiguità del numero delle condanne definitive effettivamente irrogate, sia per la schizofrenica discontinuità nelle decisioni dei giudici, i quali fra sospensioni della pena, motivazioni incomprensibili, sanzioni irrisorie sono ben lungi dal definire una coerente, credibile e severa linea giurisprudenziale, che possa – almeno qui – fungere da deterrente.

    ALLERGIE
    L'inquinamento ambientale e la sofisticazione industriale dei cibi sono causa di allergie e intolleranze alimentari, fenomeni in notevole crescita, infatti, soprattutto nelle regioni industrializzate.
    Causa scatenante di intolleranze, covate da contatti ambientali e alimentari con complessi contaminanti, può essere qualsiasi fenomeno irritativo intestinale; ma anche trattamenti protratti con farmaci cortisonici o ripetuti trattamenti antibiotici possono determinare l'“allargamento” delle griglie di difesa situate nella mucosa intestinale. Gli stress gravi, emotivi o fisici, possono determinare lo stesso tipo di sensibilizzazione. L'inquinamento, indebolendo il sistema immunitario, ci rende meno difesi contro le patologie e più esposti ad allergie e intolleranze; e attenzione, perché le allergie e le intolleranze, consistendo in reazioni immunitarie, determinano un ulteriore indebolimento del sistema immunitario stesso (che rimane “sguarnito”) e l'immissione in circolo di sostanze dannose, e così via, in un circolo senza fine che si autoalimenta, e tende a peggiorare nel tempo.
    Q È certo che vi siano fenomeni di ipersensibilità alla base di riniti, asma, congiuntiviti, dermatiti e dermatosi, cefalee ed emicranie, eczemi, poliposi nasali ed alcuni disturbi del comportamento infantile. Ma è altamente probabile che vi siano relazioni anche con l'artrite reumatoide, il diabete, l'epilessia, la colite ulcerativa, con le coliche del lattante, le malattie autoimmuni, le epatopatie croniche, la stanchezza cronica e la psoriasi. Per aiutare il riequilibrio delle persone malate, è opportuno integrare le terapie sul piano dietetico-immunologico, previo esame specialistico — il migliore in questo senso è il “test DRIA”, che individua, senza estenuanti diete di eliminazione, le eventuali intolleranze anche ad acido ascorbico, acido acetilsalicilico, E211 (sodio benzoato), E102 (tartrazina), E218 (un antimicrobico), solfato di nichel, metabisolfito, lattosio ed eritrosina.
    Q Pessime notizie per chi ha allergie e/o intolleranze:
    1. Gli additivi nei cibi aggravano ulteriormente l'orticaria acuta e cronica nei soggetti già sensibili (intolerance provocation);
    2. Gli OGM (Organismi Geneticamente Modificati), che nel prossimo futuro purtroppo invaderanno le nostre tavole (a meno che non scoppi qualche insurrezione), aumentano esponenzialmente il rischio di scatenare nuove allergie: il DNA estraneo che viene inietta e fuso in specie diverse può appartenere a un genere di elementi fortemente allergizzanti (per esempio, un gene di pesce nel pomodoro), e rendere così off-limits anche cibi che prima non lo erano.
    Q Pericolo! Cavie umane!
    Proprio in riferimento al possibile manifestarsi di nuove allergie ed intolleranze verso gli organismi geneticamente modificati, la stessa Commissione delle Comunità Europee, nella Raccomandazione del 29 luglio 1997, scrive che, ovviamente, tutti i microorganismi manipolati possono avere un forte "potenziale allergenico". Dunque (cap. 3.10), "occorre valutare la possibilità di potenziali reazioni allergiche a nuove proteine o ad altri costituenti del nuovo alimento. Come norma generale si deve testare la reattività immunologica di individui che reagiscono all'omologo alimentare tradizionale mediante esperimenti in vitro ed in vivo con il nuovo alimento". "In vivo" qui significa "su persone". Quindi s'aggiunge: "Questi ultimi potrebbero sollevare problemi di natura etica dei quali si deve tener conto". Ci mancherebbe
    Quattro Sberle in Padella 1
    altro! Siamo arrivati al punto che il cibo, come se fosse un agente tossico da chemioterapia, deve essere sperimentato su cavie umane prima di essere messo in commercio! Intollerabile.
    E come si sperimenta? Col metodo c.d. a doppio cieco! "Si possono effettuare in vivo su queste persone test di sensibilizzazione cutanea o di stimolazione in doppio cieco con placebo, sotto controllo clinico". Cioè, in ospedale il paziente che accetta di sottoporsi a un trattamento sperimentale (il primo "cieco", poiché non sa se rientra nel gruppo delle cavie o dei placebo) viene sottoposto a sperimentazioni di cui non possono avere chiara cognizione né il paziente, che non è uno scienziato, né il medico curante (il secondo, doppio "cieco"), il quale è informato della sperimentazione in corso ma, non avendo partecipato al processo di sviluppo del prodotto in questione, deve "fidarsi" di ciò che gli viene detto (o imposto).
    CARNE
    ALLEVAMENTI INTENSIVI
    . Sembrerà un consiglio rivoluzionario, ma certo va alla radice del problema: evitare ogni prodotto proveniente da allevamenti intensivi.
    “Allevamenti intensivi” sono i capannoni industriali, nati negli anni Sessanta, in cui sono rinchiusi decine, centinaia, migliaia di animali (in America ci sono feedlots con dentro 100.000 e più capi di bestiame) in condizioni infernali, privati di libertà di movimento, dell'aria e della luce del sole, rinchiusi in gabbie, costretti ad alimentazione forzata, immunodepressi.
    Le condizioni di vita degli animali, tali da suscitare pietà, sono oggetto di continue battaglie da parte delle associazioni animaliste.
    Ma la concentrazione degli animali e il regime alimentare forzato aumentano lo stress, le malattie e la pericolosità microbica e sono la causa prima e principale della diffusione a raggiera dei veleni e dell'esplosione degli scandali alimentari (“mucca pazza”, “pollo alla diossina” e vedremo quali altri). La “modernizzazione” zootecnica ha riempito i cibi di residui di stimolatori dell'appetito, antibiotici (metà della produzione mondiale di antibiotici è destinata alla zootecnia), erbicidi, stimolatori della crescita, larvicidi e ormoni artificiali. Proprio l’abuso di antibiotici in zootecnia è all’origine del fenomeno della resistenza, che da 20 anni tanto preoccupa gli scienziati e le cui percentuali in Italia sono quintuplicate dal '92 a oggi: lo sviluppo di pericolosissimi superbatteri resistenti a tutti i trattamenti farmacologici (l’ultimo, lo streptococco VISA, ha già ucciso 4 persone negli USA e due anziani in Scozia — e si è già avuto il primo caso in Italia; in USA in un sacco di mangime per polli sono stati trovati batteri resistenti a tutti gli antibiotici!). Molte altre malattie, l'afta epizootica, l'Aids bovino (Biv), la salmonellosi, l'encefalopatia spungiforme bovina sono consustanziali all’allevamento intensivo. Ecco a voi i metodi di allevamento di alcune specie.

    segue....
     
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1 replies since 7/4/2010, 15:07   1086 views
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