ACQUA: TROPPI PESTICIDI

fiumi e falde contaminate

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  1. Apocalypse23
     
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    http://www.ansa.it/ambiente/notizie/notizi...3035077633.html

    ACQUA: TROPPI PESTICIDI;TROVATI 118, INCOGNITA COCKTAIL/ANSA
    (di Alessandra Moneti) (ANSA) - ROMA, 11 MAG

    - Fiumi e acque interne italiane, di superficie e sotterranee, malati di pesticidi.
    Tra fungicidi, insetticidi, ed erbicidi sono ben 118 le tipologie individuate nelle acque italiane ambientali. Composti chimici autorizzati singolarmente perlopiu' per uso agricolo, ma poi ritrovati nelle falde e nel suolo 'in cocktail', miscele cioe' di almeno 15 prodotti il cui mix ha dei rischi tutti da verificare. A lanciare l'Sos rischio-ambientale per gli specchi d'acqua e i fiumi nazionali e' il sesto Rapporto 'Monitoraggio nazionale dei pesticidi nelle acque', realizzato dall'Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale), sulla base dei dati forniti dalle Regioni e dalle Agenzie regionali e provinciali per la protezione dell'ambiente. Dalle anticipazioni del Rapporto, che verra' presentato domani nella sede Ispra, emerge una criticita' nelle contaminazioni da da Terbutilazina, utilizzata nella coltura del mais e del sorgo. Nelle regioni dove l'uso della sostanza e' piu' intenso (Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna), la contaminazione interessa oltre l'80% dei siti delle acque superficiali controllati.
    Da segnalare poi la presenza diffusa in tutta l'area padano-veneta di Atrazina, residuo di una contaminazione storica, dovuta al forte utilizzo della sostanza nel passato e alla sua elevata persistenza ambientale. Dai dati 2008 emerge la presenza di alcune sostanze in passato non rinvenute con tale frequenza; in particolare il fungicida carbendazim e gli insetticidi metomil e imidacloprid.
    Questa contaminazione e' stata evidenziata soprattutto in Sicilia, che rispetto agli anni precedenti ha pero' ampliato considerevolmente lo spettro delle sostanze cercate. Un discorso specifico va fatto per il Glifosate, uno degli erbicidi più utilizzato a livello nazionale e monitorato tuttora solo in Lombardia, dove è stato trovato nel 77,1% delle acque superficiali controllate.

    Del resto, in Italia, solo il comparto agricolo impiega oltre 300 diverse sostanze, per un quantitativo pari a circa 150 mila tonnellate l'anno.
    Prodotti, osserva l'Ispra, ''concepiti per combattere gli organismi nocivi, sono potenzialmente pericolosi anche per l'uomo''. Nel biennio 2007-2008, si legge nel Rapporto, sono stati valutati 19.201 campioni, provenienti dalle 18 regioni che hanno trasmesso i dati; la Calabria non lo ha mai fatto, mentre la Basilicata quest'anno non ha inviato informazioni. ''Non controlliamo le acque potabili perche' lo fanno gia' i gestori e altri enti'' ha precisato Pietro Paris, il responsabile settore 'Sostanze pericolose', unita' che cura il Rapporto Ispra. ''Controlliamo i parametri utili per la certificazione di potabilita' spostando il report dal controllo minimale previsto dalla legge ad una fotografia piu' dettagliata - ha sottolineato Paris - al fine di tutelare l'ecosistema acquatico e l'uomo stesso attraverso la catena alimentare. Premesso che al Nord e parzialmente al centro Italia i controlli sono piu' efficaci, gia' dagli scorsi anni sono emerse contaminazioni. , Tutti i principali fiumi sono contaminati, in Italia come nel mondo, ma il Po - ha affermato il curatore del Rapporto - ha molti valori critici, decine e decine di sostanze pericolose rinvenute nelle 37 stazioni, di fatto tutte contaminate. Qui l'uso potabile e' possibile solo dietro costose depurazioni. Ma il rischio e' alto per le specie acquatiche che sostano lungamente e si nutrono con acqua e pesci contaminati''. Il Rapporto, conclude il ricercatore Ispra, ''fotografa solo una punta dell'iceberg del problema. L'obiettivo e' lanciare un appello alle amministrazioni per mitigare i rischi-contaminazione. Mentre gia' nel 2001 la Francia ha vietato tutte le triazine, qui si fa ancora fatica a invertire una tendenza nella diffusione di questi prodotti, in particolare nella maiscoltura''

     
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  2. Apocalypse23
     
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    Salute: Isde Viterbo, fontanelle acqua depurata non sono risposta a problema arsenico


    Poche e inutili per risolvere il problema dell'acqua contaminata dall'arsenico in molte zone della provincia di Viterbo. La sezione locale dell'Associazione italiana [...]





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    Roma, 22 gen. (Adnkronos Salute) - Poche e inutili per risolvere il problema dell'acqua contaminata dall'arsenico in molte zone della provincia di Viterbo. La sezione locale dell'Associazione italiana medici per l'ambiente (Isde) considera così le fontanelle o casette dell'acqua, spesso a pagamento, installate in alcuni comuni per venire incontro alle esigenze della popolazione. Secondo l'Isde di Viterbo, però, "per l'esiguo numero e per la loro dislocazione, sparse un po' a macchia di leopardo nei comuni del Viterbese, sono una risposta tardiva, insufficiente ed indecorosa alle necessità e al diritto delle popolazioni di ricevere acqua salubre per poter ridurre i rischi derivanti da una esposizione cronica, ultradecennale, a valori di arsenico fuorilegge nelle acque ad uso umano". Mentre per l'Isde si deve "intervenire subito e bene, per tutelare il diritto alla salute delle popolazioni esposte da oltre dieci anni a valori fuorilegge per l'arsenico, sostanza tossica e cancerogena, presente nelle acque e negli alimenti. Bisogna subito - sottolinea l'Associazione nella nota - realizzare interventi rapidi e risolutivi per la completa dearsenificazione delle acque ad uso potabile". L'Associazione cita un recente studio effettuato anche su soggetti volontari residenti nei comuni di Acquapendente, Canepina, Capranica, Caprarola, Carbognano, Civita Castellana, Fabrica di Roma, Farnese, Lubriano, Marta, Montalto di Castro, Orte, Ronciglione, Tarquinia, Tessennano, Vetralla e Viterbo, che nelle conclusioni "ha evidenziato che i valori eccedenti i 15 microgrammi litro (μg/L) per iAs (arsenico inorganico) e metaboliti sono stati trovati nel 41% dei campioni, evidenziando esposizioni alimentari all'arsenico inorganico superiori alla media della popolazione generale". L'Isde ricorda che "l'arsenico è classificato dall'Agenzia internazionale di ricerca sul cancro (Iarc) come elemento cancerogeno certo di classe 1 e posto in diretta correlazione con molte patologie oncologiche. In particolare con il tumore del polmone, della vescica, del rene e della cute". Le deroghe concesse all'Italia iniziano dalla direttiva europea del 1998 che definiva la materia della potabilità delle acque. Questa viene recepita solo nel 2001 con il decreto legislativo 31/2001, che chiarisce come l'acqua è potabile se rientra in certi limiti di sicurezza nei due anni successivi. "Quindi già dal 2003 il nostro Paese avrebbe dovuto mettersi in regola - avverte l'Isde - mentre invece ha chiesto deroghe all'Ue fino ai 50 microgrammi/litro. Cinque volte oltre i limiti massimi". Da ottobre 2010 l'Europa ha detto basta alle deroghe, ma ha concesso all'Italia - concludono gli esperti - un limite di 20 microgrammi/litro per l'arsenico fino a dicembre 2012".



    sempre così alziamo la soglia e siamo a posto...
     
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  3. Marvey
     
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    Che tristezza..... l'acqua è un bene preziosissimo di cui l'uomo dovrebbe avere una cura particolare. Proviamo solo ad immaginare se tutte le falde acquifere della Terra fossero contaminate.... cosa potrebbe più fare l'uomo senza acqua?
    Speriamo in bene.....


    :unsure:
     
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2 replies since 13/5/2010, 18:33   104 views
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