CCSVI

discussione esiste una relazione con la ME?

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  1. nononeurona
     
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    Zambroni e ebv - c'è una relazione anche con la ME?
    cosa ne pensate ?
    potrebbe esserci una disfunzione di occlusione delle giugulari anche nella ME? questo è gia stato provato da alcune ricerche, potremmo anche noi trarre vantaggio dalla liberazione?
    discussione su altro forum :
    http://www.forums.aboutmecfs.org/showthrea...fficiency/page3
     
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  2. epione
     
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    a mio parere noi cfsini abbiamo sicuramente peroblemi di circolazione

    nononeurona che tu sappia questo dr. Zamboni lavora in italia a bologna? perchè sarebbe interessante approfondire la cosa.
    ciao

     
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  3. gulio
     
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    cari ragazzi tutti le malattie come le nostre poratno a problemi di circolazione, il problema è trovare la forza di fare interventi che possono essere come una condanna a morte.
    L'anestesia può ucciderti.
    ma tanto dormi, quindi diciamo che è come un eutanasia a buon mercato.

    Troppo caustico.

    bentornati.
     
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  4. Apocalypse23
     
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    è così poi sai devi tenere conto di ogni complicazione che può derivare da un intervento anche se "banale".
    Clinton in America lo ha fatto di recente.

    ma non ha certo i nostri problemi sia fisici che economici.
     
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  5. nononeurona
     
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    Zambroni è a ferrara,
    la fondazione:
    www.fondazionehilarescere.org/ita/index.html
    si trovano le ricerche info etc
     
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  6. epione
     
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    si chiama zamboni,
    grazie molto interessante
     
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  7. Apocalypse23
     
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    Comunque è ancora in fase sperimentale.

    http://alessandrorasman.blogspot.com/

    Oltre un paziente su due ha restringimenti o occlusioni nelle vene che drenano il cervello

    MILANO - Dagli Stati Uniti arrivano le prime conferme dell'ipotesi di un chirurgo vascolare dell'Università di Ferrara, Paolo Zamboni, su una possibile causa della sclerosi multipla. Secondo uno studio in corso all'università di Buffalo, più del 55 per cento dei pazienti avrebbe restringimenti od occlusioni a livello delle vene che drenano il sangue dal cervello: il blocco porterebbe a un accumulo di ferro intorno ai vasi sanguigni cerebrali e questo sarebbe alla base della reazione autoimmune tipica della sclerosi multipla.

    IPOTESI – Il primo a pensare che dietro la malattia possa esserci un'insufficienza venosa cronica cerebrale (in sigla, CCSVI) è stato Zamboni, che da tempo conduce ricerche sull'argomento e un anno fa ha segnalato per primo l'elevata incidenza del problema nei pazienti con sclerosi multipla. Il chirurgo ha anche già effettuato angioplastiche per risolvere i restringimenti e le occlusioni venose riscontrate nei pazienti: lo studio, pubblicato a fine anno, ha suscitato polemiche (c'è chi ritiene che si sia passati troppo velocemente dalle teorie alla terapia) ma anche molto interesse. Così c'è chi, come Robert Zivadinov dell'università di Buffalo, dall'aprile 2009 ha messo in piedi una ricerca per verificare se davvero l'insufficienza venosa cronica sia un tratto distintivo della sclerosi multipla: per adesso il ricercatore ha riferito i risultati preliminari ottenuti su 500 pazienti (adulti e bambini) e 161 controlli, valutati attraverso un'ecografia Doppler per capire le condizioni del flusso venoso cerebrale e con una risonanza magnetica per misurare i depositi di ferro cerebrali. Il dato conferma per ora i risultati di Zamboni: il 56.4 per cento dei pazienti statunitensi con sclerosi multipla ha un'anomalia del circolo venoso in uscita dal cervello, contro il 22.4 per cento dei controlli sani. Per di più, i risultati del ricercatore americano indicano una correlazione fra la presenza dell'insufficienza venosa e la progressione della sclerosi.

    CAUTELA – I dati sono preliminari e saranno presentati in forma estesa, completi dei risultati delle risonanze magnetiche, in aprile al prossimo congresso dell'American Academy of Neurology. Per ora Zivadinov si definisce «cautamente ottimista»: come minimo, osserva, i risultati sembrano propendere per la presenza di una consistente associazione fra la sclerosi multipla e l'insufficienza venosa cronica cerebrale. Cautela arriva anche dai vertici della Società della Sclerosi Multipla statunitense: secondo Doug Brown, direttore della sezione di ricerca biomedica, «occorre non dimenticare che non c'è ancora una prova che l'insufficienza venosa sia un fenomeno correlato alla sclerosi multipla o una vera e propria causa della malattia, né è certo che risolverla significhi curare la sclerosi. Per saperlo c'è bisogno di ulteriori ricerche». Zivadinov, intanto, sta arruolando altri 500 pazienti da sottoporre a test ancora più approfonditi; in Italia il 25 gennaio scorso l'Associazione Italiana Sclerosi Multipla, dopo un incontro con i ricercatori, ha dichiarato di seguire con interesse gli sviluppi delle ricerche e attraverso la sua fondazione sosterrà economicamente i nuovi progetti di studio, finora promossi dalla Fondazione Hilarescere e dall'università di Ferrara.

    Elena Meli
    Pubblicato da Alessandro Rasman



    http://www.wellme.it/salute/malattie-e-cur...che-alla-ccsvi-



    (Aism) ha deciso di investire, attraverso la Fondazione italiana sclerosi multipla (Fism), 3 milioni di euro a favore della ricerca su questa patologia infiammatoria cronica che colpisce il sistema nervoso centrale.

    Al bando, che scadrà il prossimo 8 marzo, potranno partecipare anche proposte di ricerca sull’Insufficienza venosa cerebrospinale, meglio nota come Ccsvi, una patologia scoperta di recente che potrebbe, se confermata, condurre al miglioramento della qualità di vita dei malati di sclerosi.
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    per la ricerca sulla MCS/ME/CFS/EHS/ES etc......Seconda stella a destra
    questo è il cammino,
    e poi dritto fino al mattino
    poi la strada la trovi da te,
    porta all'isola che non c'è...................................................................




     
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  8. nononeurona
     
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    si deve sempre tenere conto anche del fatto che la spesa dei farmaci che vengono usati , senza grandi risultati... per la " cura" della sm sono costosi e chi ci guadagna non mollerà la presa senza storcere nasi ....il bottino è ghiotto .
    Consideriamo che si tratta di patologia invalidante, coloro che hanno una sintomatogia grave vedono la possibilità di vivere meglio e devono avere la possibilità di scelta, quello che temo è proprio che discreditino questa scoperta , siamo in un mondo in cui avidi famelici senza scrupoli hanno grande potere. Se la scoperta della CCSVI non fosse stata data a livello mondiale ai pazienti ma fosse circolata in modo sotterraneo, secondo me manco la avrebbero fatta uscire....

    Anche il discorso precauzione è dubbiosa, anni per discutere se e come e perchè sono anni che ai malati non verranno mai restituiti, chi ha verificata l'ostruzione a mio parere va trattata, che si discuta sul come magari, avrebbe senso, ma che non si stia a menar il can per l'aia perchè chi soffre la propria vita ha tutto il diritto di vedersela migliorare, e se migliora uno o due anni prima per lui non è cosa da poco.
     
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  9. Apocalypse23
     
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    CITAZIONE
    .il bottino è ghiotto

    e i lupi sono affamati.
     
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  10. gulio
     
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    Platone. Tabula Rasa.
     
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  11. gulio
     
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    tanto per saperne un po di più ho fatto una piccola ricerca sugli stent e sul tipo di matreiale che viene usato
    il materiale in questione si chiama NITIOL ed è una lega di nickel e di titanio altamente stabilizzati in modo tale da non rilasciare i metalli nel sangue oquanto meno rilasciarli lentamente.
    il Nickel è altamente cangerogeno e lo si sà, quanti malati di MCS o ME che alla fine sono e si sa malattie
    uniche certamente sovrapponibili, potrebbero fare questo intervento?
    Viene da chiederselo.

    digitate su google nitinol e vi uscirà una serie di interessanti documenti.

    io riporto un pezzo tratto da :http://www.anacondaregistry.com/docs/ITprotocol.pdf


    dove parla delle controindicazioni in generale a questi interventi di chirurgia vascolare:


    Popolazione in studio

    CONTROINDICAZIONI
    1. Aneurisma rotto o sintomatico
    2. Estensione juxta o soprarenale dell’aneurisma
    3. Malattia o infezione medica concomitante clinicamente grave
    4. Necessità di sacrificare entrambe le arterie iliache interne a causa della
    dilatazione aneurismatica
    5. Malattia del tessuto connettivo (sindrome di Marfan)
    6. Classificazione ASA grado IV o V
    7. Allergia conosciuta al nitinolo, al poliestere o al mezzo di contrasto
    8. Tortuosità vascolare eccessiva all’accesso (arterie femorale o iliaca)
    9. Pazienti il cui colletto dell’aneurisma è lungo meno di 15 mm


    riflettiamoci sopra.
     
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  12. nononeurona
     
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    certamente c'è da fare ancora molto, anche nella sm, però la cosa strabiliante è che si possono ridurre i sintomi lavorando su questa come causa, di certo le risposte che i malati sm hanno avuto sino a ora sono praticamente nulli, pertanto la ricerca deve , almeno andare in questo senso. e una ricerca in questo senso, ostruzione e carente circolazione conseguente di certo gioca un ruolo non secondario anche nella ME.

    epione sei ancora a cfsini??..come mai???
     
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  13. epione
     
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    già,
    voi che dite potrebbe andar bene "meini" o per spezzare il suono delle
    vocali sarebbe meglio "melini" :P
    ciao
     
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  14. gulio
     
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    www.wddty.com/

    traduzione a cura di https://empa.forumcommunity.net/

    IL miracolo dell’ angioplastica e dello stent, delle procedure per le arterie ostruite risultano essere omicidi.

    14 DICEMBRE 2011 il trattamento miracoloso di medicina per le arterie ostruite - come l'angioplastica con palloncino e stent - stanno dimostrando di essere dei killer . I pazienti sono stati riammessi in ospedale appena 30 giorni dopo il trattamento, e molti stanno morendo.
    Circa uno su 10 pazienti ritornano in ospedale per un trattamento di emergenza a seguito della procedura di angioplastica o di stent. Esistono anche molte più probabilità di morire per problemi cardiaci nei 12 mesi successivi rispetto a chi è stato trattato ma non ha bisogno di una post terapia in ospedale .
    In un sondaggio su 15.498 pazienti che necessitano di cure ospedaliere a seguito di un (intervento coronarico percutaneo PCI, come l'angioplastica o lo stent ), quasi il 10 per cento aveva avuto la procedura meno di 30 giorni prima, e, di questi, 106 - o lo 0,68 per cento - è morto in ospedale.
    (Fonte: Archives of Internal Medicine, 2011; doi: 10.1001/archinternmed. 2011,569



     
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13 replies since 11/6/2010, 11:13   235 views
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