suicidi equitalia

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    DOSSIER EQUITALIA: suicidi per insolvenza, ingiustizie, scandali e stipendi d’oro

    Tratto da: DOSSIER EQUITALIA: suicidi per insolvenza, ingiustizie, scandali e stipendi d’oro. | Informare per Resistere http://www.informarexresistere.fr/2011/12/.../#ixzz1pf9NhsUP
    - Nel tempo dell'inganno universale, dire la verità è un atto rivoluzionario!

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    Un editoriale-relazione a cura di nocensura.com che illustra in tutta la sua gravità l’affaire equitalia, ripercorrendo tutti gli aspetti: dall’aumento dei “suicidi degli insolventi”, le parti più ingiuste e assurde della legge, come sempre dura e inflessibile con i poveri e morbida nei confronti dei potenti, fino ai gravi scandali che hanno investito l’agenzia. Tutto quello che c’è da sapere su dis-equitalia.

    Venerdì scorso in provincia di Padova si è registrato l’ennesimo suicidio. E non si tratta di un caso isolato. Se non sentiamo parlare di casi come questo, è perché generalmente questo genere di notizie trova spazio solo sulla stampa locale, che non approfondisce i motivi alla base del dramma, o lo fanno in modo superficiale. I fatti hanno avuto un po’ di risonanza – poca comunque – solo perché quando si è diffusa la notizia, è stata organizzata una manifestazione di protesta davanti alla locale sede di Equitalia. L’indignazione per l’accaduto era fortissima. E nonostante non sia abbiano notizie precise in merito, il fatto che il suicida avesse difficoltà economiche (e il fatto che sia stata organizzata un sit-in di protesta) ci portano a pensare che probabilmente, anch’egli fosse alle prese con Equitalia.

    La sua è stata definita “un’impresa edile storica”, ed è noto che da qualche mese non riuscisse a far fronte al pagamento della “cassa edile”. Temeva di non riuscire a mantenere i livelli occupazionali, e pare che si fosse rivolto a una banca per chiedere un prestito, senza evidentemente ricevere risposte positive; (ultimamente le banche per concedere credito, anche piccole somme, pretendono ampissime garanzie, che spesso chi è in difficoltà non riesce a fornire).

    In un quadro come questo (che in questo periodo di crisi è frequentissimo) ovvero dinnanzi all’impossibilità di far fronte alle spese “ordinarie”, le richieste di pagamento da parte di Equitalia (che in base alle normative recentemente approvate dal governo B. può pignorare e svendere all’asta le case dopo soli 2 mesi dall’ingiunzione) costituiscono la definitiva rovina. Uno stato serio dovrebbe aiutare le aziende a superare le difficoltà, per esempio dilazionando/posticipando il pagamento delle tasse. Dovrebbe essere nell’interesse dello stato aiutare la loro “sopravvivenza”, visto che se chiudono perdono definitivamente gettito fiscale (e posti di lavoro). Ma invece accade l’esatto opposto. Lo stato, che negli anni ha devoluto alle aziende come la FIAT capitali immensi, provento delle tasse imposte ad aziende come questa, che contribuisce ad affossare.


    Suicidi, ma non solo. Anche senza arrivare a tanto, sono centinaia di migliaia i cittadini che non vivono tranquilli, perché riescono a far fronte alle cifre richieste dagli “strozzini di stato”. Equitalia non vuole storie: pretende soldi anche da chi non ce li ha, e come se non averceli fosse una colpa, punisce i “malcapitati di turno” con penali e tassi di interessi assurdi, tali da raddoppiare l’importo dovuto in breve termine. Bastano cifre modeste per far scattare il fermo amministrativo dell’automobile del “debitore”, rendendo così impossibile, in alcuni casi, persino recarsi al lavoro. E se qualcuno, nell’impossibilità di farne a meno, si azzarda a usare il mezzo sequestrato, scattano sanzioni persino più alte dell’importo dovuto! A causa di queste vessazioni, moltissime persone cadono nel tunnel della depressione, non dormono la notte, come se non bastassero i problemi economici a minarne la serenità! Il 26 Febbraio 2010 un europarlamentare del gruppo PPE (partito popolare europeo) ha presentato una “interrogazione scritta” alla commissione: “oggetto: crescenti episodi di “suicidi per insolvenza” da parte di imprenditori“. Ecco la risposta della commissione, datata 19 Aprile 2010, che prometteva di aver intrapreso e di star intraprendendo interventi in questa direzione di cui non si è visto l’ombra, un anno dopo.


    Per un debito di 10.000 Euro arrivano a togliere dieci volte tanto: non si tratta di un “esempio esagerato” ma della PURA REALTA’: il meccanismo lo abbiamo illustrato in questo articolo.
    Una vera e propria persecuzione di stato. MAGARI FOSSERO COSI’ INTRANSIGENTI CON I “GRANDI EVASORI”… che spesso “contrattano” e riescono a pagare una parte modesta del dovuto.

    Valentino Rossi: accusato di evasione milionaria, secondo Repubblica non aveva dichiarato al Fisco 60.000.000€ e rischiava una multa elevatissima, addirittura 240.000.000 € secondo questo articolo. Se l’è cavata con una cifra di 19.000.000€ secondo questo articolo. E saremmo curiosi di sapere com’è finita la storia del notaio che di milioni di euro, ne avrebbe evasi 300, caso di cui non siamo riusciti a trovare aggiornamenti.

    Questa situazione colpisce più persone di quante si possa immaginare: è difficile percepirlo, poiché GRAZIE AL MODELLO CULTURALE IMPOSTO DAI MASS MEDIA, CHI HA PROBLEMI ECONOMICI SI VERGOGNA DI AVERLI. Come se avere problemi a causa della crisi CHE HANNO CAUSATO LORO, fosse “qualcosa di cui vergognarsi”. Basta pensare che nella sola provincia di Lucca, secondo i dati snocciolati dal Codacons, sono più di 22.000 le cartelle esattoriali spedite ai cittadini per capire quanto questo fenomeno allarmante sia diffuso. Probabilmente la maggioranza di loro è riuscita a pagare: ma alcune migliaia sicuramente no.



    Non riescono a pagare 5 e loro gli chiedono 7: poi 8, infine 10. E poi SVENDONO i beni all’asta. Svendono, non vendono. Perché una casa che vale 200.000 Euro (che con gli interessi del mutuo è stata pagata 350.000) viene svenduta all’asta per 70.000 Euro. (per approfondire questi aspetti vedi i nostri editoriali: “IL DRAMMA DI EQUITALIA, TRA FAMIGLIE E AVVOLTOI” pubblicato il 14/07/2011 e “ECCO COME EQUITALIA ROVINA LE FAMIGLIE: UN ESEMPIO PRATICO“ pubblicato il 10/10/2011

    Il problema riguarda prevalentemente piccoli imprenditori, artigiani e commercianti: per chi lavora “in proprio” spesso cessare la propria attività, significa aver contratto debiti. In alcuni casi invece, è proprio Equitalia a dare il “colpo di grazia” alle aziende che riescono ad evitare la chiusura “sul filo di lana”. Ma le vessazioni non riguardano solo gli imprenditori. Nella rete di Equitalia ci finiscono anche lavoratori dipendenti non in regola con i pagamenti dell’Irpef (magari a causa di un errore del commercialista che fa le buste paga) e tutti coloro che, a qualsiasi titolo, devono qualche cosa allo stato.


    A Ottobre 2011 il governo Berlusconi ha persino aumentato i poteri di Equitalia, che adesso può pignorare e svendere una casa all’asta a distanza di appena 2 mesi dal procendimento. PDL e Lega Nord hanno fornito nuove armi a equitalia, in barba alle promesse fatte agli elettori. Tra l’altro a Giugno 2011, tre mesi prima dell’approvazione di questa legge, in occasione del “raduno di Pontida” i dirigenti leghisti avevano promesso di porre un freno ad equitalia ai militanti leghisti che lo chiedevano a gran voce. Matteo Salvini, in un’intervista del 20 Giugno, parlava di strozzinaggio: evidentemente riconoscere che si tratti di strozzinaggio non basta per indurli a ripristinare una situazione di democrazia: anzi, hanno inasprito le regole… dopotutto – siamo pronti a scommettere – che a casa Salvini (e di tutti i politici vicini al governo) le “cartelle esattoriali” non sono arrivate.


    Quello che suscita ancora più indignazione, sono poi alcuni “particolari” riguardanti l’agenzia:

    Nei mesi scorsi, emerse un vero e proprio scandalo: una società che comprava (a prezzi stracciati) le case svendute all’asta, era di proprietà di una manager di equitalia. Un conflitto di interessi gravissimo, nonostante ciò la notizia non ha trovato spazio sulla maggior parte dei giornali: per non parlare della TV, dove non ha trovato la minima menzione.

    E’ di pochi giorni fa la notizia – che ovviamente, come al solito, non è stata diffusa dai media – che Equitalia a Torino ha acquistato un vero e proprio palazzo di lusso, vincolato dal ministero dei “Beni Culturali” (in foto) per la “modica cifra” di 31.000.000 di Euro, di cui 29 milioni 920 mila per l’acquisto dello stabile e un altro milione per aggiudicarsi 45 box auto destinati ai dirigenti, a cui forniscono un garage privato per ciascuno.

    SVENDONO LA PRIMA CASA AI CITTADINI E FANNO CHIUDERE LE AZIENDE INSOLVENTI PER ACQUISTARE LUSSUOSE SEDI? EVIDENTEMENTE, SI!

    Vorremmo potervi dire quanti soldi spende globalmente questa “agenzia” per il “mantenimento” di se stessa: dall’acquisto delle sedi, alle eventuali “auto di servizio”, fino agli stipendi di dipendenti, manager, responsabili vari e impiegati: purtroppo però, non siamo in grado di dare una risposta a questo quesito. Non è facile per un blog come nocensura.com trovare la risposta a un quesito come questo, visto che fare i conti in modo preciso è praticamente impossibile. Forse queste risposte dovrebbero darcele le molte testate giornalistiche che vivono di finanziamenti pubblici, che in alcuni casi non sarebbero necessarie per la loro sopravvivenza, visto che alcune hanno ottimi introiti pubblicitari. Ma considerando l’importo speso da Equitalia per comprare una sede a Torino, immaginiamo che non si tratti di “noccioline”. E’ facile immaginare che buona parte dei soldi che “recuperano” rovinando le famiglie, vengano bruciati per il mantenimento della struttura organizzativa. Lo stipendio dell’Amministratore Delegato di Equitalia, Attilio Befera, ammonta a 456.733 Euro all’anno.
    Alessandro R. per www.nocensura.com

    PS: clicca sui vari link contenuti nel testo per approfondimenti sull’argomento di riferimento
    Fonti: varie, vedi link contenuti nell’articolo.
    vai sul sito www.nocensura.com
    Copyleft: diffusione consigliata! Indicando l’autore “Alessandro R. per www.nocensura.com“

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    198 SUICIDI PER RAGIONI ECONOMICHE. GRAZIE EQUITALIA !13:48. | Pubblicato da admin.


    Parlando con alcuni amici, mi sono resa conto che qualcuno crede che equitalia svolga il nobile compito di recuperare i soldi sottratti al fisco: in realtà non è così; la maggioranza delle persone che finiscono nelle maglie di equitalia sono cittadini che non riescono a far fronte alle spese... vedi
    - DOSSIER EQUITALIA: suicidi per insolvenza, ingiustizie, scandali e stipendi d'oro.
    - ECCO COME EQUITALIA ROVINA LE FAMIGLIE. Un esempio pratico - Staff nocensura.com ( vedi pubblicazione precedente e amche sul sito oserei dire fantastico di
    nocensura.com)



    198 Suicidi per ragioni economiche. Grazie Equitalia.
    di Riccardo Ghezzi

    Il dibattito su Equitalia, pressione fiscale, aziende costrette a chiudere perché non riescono più a pagare le tasse infervora gli italiani. In realtà, però, nessuno si occupa davvero di capire quali siano i danni causati dalle cartelle esattoriali. Purtroppo non vi sono solo risvolti economici, aziende che chiudono e conseguente aumento della disoccupazione, ma persino spiacevoli implicazioni da cronaca nera. Non esiste, al momento, un elenco dei “suicidi per insolvenza”, ma le spiacevoli e allarmani notizie dei numerori imprenditori suicidi, soprattutto in Veneto, destano preoccupazione in primis per la terribile escalation di questi mesi.

    Gli ultimi dati disponibili, diffusi dall’Eures, riguardano il 2009, anno in cui i suicidi in Italia per ragioni economiche hanno raggiunto il poco invidiabile record degli ultimi decenni: 198 casi, vale a dire il 32% in più rispetto ai 150 del 2008; ancora meno erano stati nel 2007, precisamente 118.
    Tra i disoccupati il numero si alza sensibilmente: circa un suicidio al giorno in media, sempre nel 2009 in totale sono stati 357. Se i suicidi sono in generale aumentati di poco (2.986 nel 2009 contro i 2.828 del 2008, in percentuale il 5,6% in più), l’aumento rilevante del movente economico rappresenta un campanello d’allarme. Tanto più che i dati del 2010 e 2011, non ancora disponibili, potrebbero essere peggiori, alla luce dei recenti episodi.

    Il giornale “La Tribuna di Treviso” ha recentemente pubblicato una lista di tutti gli imprenditori suicidi nella sola regione Veneto dal 2009 ad oggi. Sono 30, quasi tutti con nome e cognome, riportati nella tabella che anche noi abbiamo pubblicato sotto.
    Il movimento “Veneto Stato” parla invece di 40 suicidi, nello stesso lasso di tempo, solo tra gli impresari (quindi imprenditori del settore edile) veneti.
    Sono dati che allarmano anche il neonato Pda (Partito delle Aziende), finora unico partito politico ad essere sceso in piazza per manifestare pubblicamente contro uno Stato che resta indifferente e continua a mietere vittime di “omicidio fiscale”. In quella manifestazione, tenutasi lo scorso 19 gennaio davanti a Montecitorio, sono stati esposti cartelli con i nomi delle vittime di Equitalia e delle troppe tasse: imprenditori che si sono suicidati anche perché non riuscivano a pagare i propri dipendenti.
    Non poteva che nascere in Veneto, il Partito delle Aziende. Nel nord-est dove la crisi dei settori produttivi si sente più che altrove, e dove cresce lo spiacevole fenomeno dei suicidi, definiti del Pda “omicidi fiscali”. L’obiettivo è combattere contro uno Stato non solo assente, ma addirittura sanguisuga.
    “Non vogliano essere aiutati o assistiti, né mantenuti dallo Stato. Ma dobbiamo essere messi in condizione di poter lavorare, senza essere noi a mantenere lo Stato”. Questo il motto del Pda. E gli ultimi risvolti, con l’avvento del governo Monti, rischiano di dare il colpo definitivo alle PMi italiane.
    Per far luce sul fenomeno, abbiamo deciso di interpellare il presidente nazionale del Partito della Aziende, Fabrizio Frosio, che ha concesso questa intervista in esclusiva per Qelsi.
    Presidente Fabrizio Frosio, perché un Partito delle Aziende in Italia? Cosa lo rende necessario?
    Il Pda nasce da una necessità più che da una ideologia, in conseguenza del fatto che le piccole e medie imprese non sono tutelate e rappresentate né dalle istituzioni né dalle varie associazioni di categoria, le quali si riuniscono sempre intorno ad un tavolo con Confindustria, non capendo o facendo finta di non capire che Confindustria rappresenta solo la grande industria, ossia il 5% del tessuto nazionale. Il restante 95%, che è il vero motore produttivo del Paese, delle piccole e medie imprese non è mai preso in considerazione in fase di concertazioni, quindi non può esprimere pareri e avere voce in capitolo nelle decisioni. E questo è un male per l’economia italiana, non solo per le aziende.
    Negli ultimi tre anni di crisi globale, la situazione è logicamente peggiorata, vero?
    I dati Istat più recenti sono spaventosi in questo senso. Si parla di un 63% delle aziende italiane prossime a fallire o a rischio fallimento. Sono dati catastrofici. Ci vuole una politica diversa, con norme italiane, fatte da italiani. Non direttive europee, imposte da una Unione Europea che risponde agli interessi di banche, potentati finanziari a grandi multinazionali.
    Il Pda è nato in Veneto, non è un caso. Nel nord-est la crisi si sente di più?
    Il Veneto è un caso emblematico. La crisi globale non è stata creata dalle PMI, ma da bolle speculative che arrivano da Paesi esteri. I giochi della finanza di carta hanno massacratro l’economia e la produzione reale. Il Pda nasce nel nord-est ma non certo perchè si vuole fermare: è espressione di un sogno, il mito della Pmi che lavora. Rappresenta il tessuto produttivo, e che ora sta soffrendo più degli altri.
    Una realtà come quella del Veneto, dove non esiste lotta di classe, i dipendenti diventano imprenditori e il rapporto imprenditore-dipendente è pressoché familiare, non può che essere la prima vittima della crisi…
    Il lavoro dell’artigiano nasce dall’esperienza, ciò che il padre ha imparato lo trasferisce al figlio. Così le aziende puntano sui dipendenti. I nostri dipendenti non sono una realtà staccata dall’azienda, se vivono bene loro siamo contenti pure noi imprenditori. E se l’azienda muore, muore anche il dipendente. Per questo 500.000 lavoratori che restano senza lavoro nelle Pmi, che non hanno ammortizzatori sociali, soffrono più di 500.000 lavoratori in cassa integrazione nelle grandi imprese. Oggi si punta a salvare qualche centinaia di operai della Fiat, ma nessuno parla delle 6.000 aziende che in Italia hanno chiuso negli ultimi anni.
    Lei è imprenditore, o lo è stato?
    Sono stato agente di commercio nel settore edile, ora ho un’azienda di fotovoltaico che però sta subendo la sofferenza della crisi.
    Qual è il settore maggiormente in crisi?
    Senz’altro l’edilizia. Se si ferma l’edilizia si ferma l’intero mercato, è il settore dal quale dipende tutto lo sviluppo. Per questo ci vuole una risposta politica e non associativa, ci vogliono leggi diverse da quelle attuali. Noi chiediamo solo di poter lavorare, e di poter tenere aperta la nostra azienda.
    Ha parlato di banche e multinazionali. Ora il premier italiano è Mario Monti, naturale espressione di questi poteri forti. Immaginiamo che come Pda non potete esserne soddisfatti…
    I risultati delle politiche di Mario Monti si vedono. L’accordo sui rapporti con le Pmi lo dimostra: si tutelano le grandi imprese, mentre le piccole e medie sono massacrate dalla manovra salva-Italia. E’ giusto che ci sia un governo tecnico che faccia le riforme necessarie per uscire dalla crisi, passando poi il testimone ai partiti, ma non un governo tecnico che serva solo a tutelare le banche, l’Agenzia delle entrate, Equitalia, e che aumenti la pressione fiscale. Lo Stato non deve essere oppressore, purtroppo Mario Monti rappresenta banche e multinazionali e fa i loro interessi.
    Cosa ne pensa del Movimento dei Forconi?
    Il Movimento dei Forconi è la risposta del popolo al disagio. Non è un partito, ma un movimento di lotta. Noi invece vogliamo cambiare le cose in modo democratico, all’interno del parlamento, con le leggi. Il Movimento dei Forconi rappresenta ciò che in questo momento sente il popolo, e a giugno la situazione potrebbe peggiorare perché si cominceranno a sentire gli effetti dei provvedimenti di questo governo. Ci ritroveremo in uno Stato con enormi problemi sociali.


    Video


    e adesso sprecate pochi minuti per leggere questo articolo su monti sempre da nocensura-com-


    *** LEGGERE QUESTO BREVE ARTICOLO RICHIEDE CIRCA 40 SECONDI: VI CHIEDO PER FAVORE DI SPRECARCELI... ***

    In gran silenzio, a inizio anno il governo italiano ha dato due miliardi e mezzo di euro alla potente banca Usa, dove lavora il figlio di Mario Monti. [vedi http://bit.ly/wbAWmN]


    C'è da dire che glieli dovevamo. Però il governo avrebbe potuto pagare in più rate: INOLTRE LO STATO ITALIANO HA DEBITI CON MOLTE AZIENDE ITALIANE - per forniture di merci e/o servizi - per un totale di ben 700 MILIARDI DI EURO. Non era meglio dare la precedenza alle nostre imprese, ad iniziare da quelle in crisi, in modo da permettere loro di "tirare un po' il fiato" ???


    La cosa a dir poco ALLUCINANTE è che ci sono aziende in CRISI che aspettano da MESI, in alcuni casi persino da ANNI, ingenti somme di denaro dallo stato. Per esempio, 50.000€: allo stesso tempo, mediante equitalia, lo stato ne chiede alla stessa azienda 5.000€ con l'aggravio di tutte le spese di mora, notifica, interessi etc; mentre lo stato, insolvente di cifre maggiori, non solo non rimborsa alcun interesse, ma non c'è modo di farsi pagare!!!


    Un esempio clamoroso lo trovate qui http://bit.ly/GTpxz2] - un imprenditore alla quale lo stato italiano deve da ANNI ben 350.000€, e non ha visto ancora 1 centesimo. A causa di questa insolvenza ha PERSO TUTTO. Di questi casi i mass media - guarda caso - non parlano MAI; questa storia ha avuto risalto - SOLO sulla cronaca locale - perché l'uomo, esasperato, ha minacciato di gettarsi da un dirupo, rendendo necessario l'intervento dei Carabinieri: nella zona le voci corrono, ed era inutile cercare di nascondere il fatto. Ma la stampa nazionale, asservita, si guarda bene dal dare risonanza a casi come questo. Cosa che succede anche per i numerosi suicidi causati dalla crisi, ultimamente viene registrato ALMENO un caso al giorno, ma non lo dicono...


    Cittadini onesti che si sacrificano e devono subire questi soprusi... costretti a chiudere la propria attività a causa dell'insolvenza di uno stato che mantiene mezzo milione di auto blu, privilegi di ogni sorta e genere a una casta indegna, e poi non onora i propri debiti. Ma se a dovere qualcosa sei tu, allora ti trattano come un criminale... anche se effettivamente non sei in grado di pagare...

    PS: SE FATE CONOSCERE QUESTA BREVE STORIA AI VOSTRI AMICI, CONDIVIDENDO L'ARTICOLO CON UN INVITO ALLA LETTURA, VE NE SONO GRATO... LA GENTE DEVE SAPERE, DEVE RIFLETTERE...

    grazie

    Alessandro Raffa per nocensura.com





     
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    firma la petizione per togliere EQUITALIA on line o sui banchetti nelle città www.firmiamo.it/liberati-da-equitalia--mettici-la-firma--/list b>



    <b>FIRMIAMO TUTTI PRIMA CHE ALTRE PERSONE SI AMMAZZINO SENZA AVER FATTO NULLA
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  4. gulio
     
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    TROPPO TARDI--------

    Cronache
    Imprenditore 27enne si suicida col gas. "Aveva paura di Equitalia"
    La crisi continua, ininterrottamente, a mietere vittime. L'ennesimo capitolo di una tragedia che sembra senza fine avviene in provincia di Arezzo, esattamente in un luogo isolato della Valtiberina, tra i boschi dell'Aretino. E' lì che si è tolto la vita Francesco, 27 anni. Era un artigiano ma chi lo conosce dice che aveva una vera ossessione: i debiti con il Fisco.

    L'hanno trovato i carabinieri nella sua auto. Con ogni probabilità si è ucciso facendosi asfissiare dai gas di scarico con i quali vrebbe saturato l'abitacolo dopo averlo collegato al tubo di scappamento. Francesco non ha lasciato nessun messaggio d'addio ma i suoi amici sono certi che si sia suicidato per la paura dei debiti. Aveva problemi economici e non sempre riusciva a pagare le rate di Equitalia e dell'Agenzia delle entrate. Infatti aveva dovuto chiudere la sua attività, che consisteva nell'arredamento di negozi e grandi magazzini di alta moda. Quando è stato costretto a chiudere, era tornato al paese d'origine ed è ripartito con un lavoro umile: il taglialegna. Nei prossimi giorni aveva un colloquio per un posto da addetto alla semina per una società di erbe medicinali.

    Nella sua agenda, ritrovata dai carabinbieri, c'era segnato un appuntamento con Equitalia per martedì scorso: doveva definire il piano di rateizzazione di un debito di circa 40 mila euro, ovvero sei anni di pagamenti davanti a lui. Una morsa dalla quale non sarebbe riuscito a scappare. Alla vigilia di Pasqua, un primo segnale era giunto al fratello. Francesco gli aveva chiesto 50 euro per comprare una corda. Una richiesta allarmante, vista con il senno di poi. Ma nessuno poteva immaginare cosa stava maturando nella sua testa.


    Suicidio nel trevigiano, si impicca imprenditore


    Si allunga la lista dei suicidi causati dalle difficolta' economiche. L'ultimo episodio e' accaduto ad Altivole nel Trevigiano. Paolo Tonin, 53 anni, imprenditore agricolo, si e' impiccato nel capannone della sua azienda probabilmente oppresso dalle difficolta' causate dalla crisi degli ultimi mesi. A peggiorare la situazione si era aggiunta anche la siccita' degli ultimi mesi che aveva compromesso il raccolto di asparagi. L'uomo ha lasciato la moglie e quattro figli, la maggiorenne emigrata in Germania, la piu' piccola di 12 anni.

    Negli ultimi tempi si lamentava con i conoscenti della sua difficile situazione economica e aveva anche chiesto aiuto al sindaco del paese. Tonin era amico del presidente trevigiano della Cna, la confederazione degli agricoltori di Treviso, Alessandro Conte, che ha espresso in una nota il suo dolore personale, ma anche la preoccupazione per un episodio non isolato, destinato a ripetersi. "Questa crisi ci sta colpendo duramente tutti nell'indifferenza e nel disinteresse di chi puo' e deve fare qualcosa - dice Conte - c'e' tanta attenzione mediatica nei confronti degli imprenditori suicidi ma nessuna risposta concreta ed efficace da parte degli interlocutori istituzionali ed economici". "Alle imprese servono poche cose - prosegue Conte - che la pubblica amministrazione paghi i suoi debiti con chi ha lavorato per essa, che gli istituti di credito eroghino fidi con meno difficolta' e senza richieste vessatorie di garanzie e contro garanzie. Serve un taglio delle imposte, a cominciare dall'Imu dei Comuni che rischia di essere una mazzata con aumenti di 2-3 volte rispetto all'Ici. Serve che vengano rifinanziati - dallo Stato, dalla Regione, dai Comuni e dalla Camera di Commercio - i fondi rischi dei confidi e i fondi antiusura"

    CRISI/ Esposto di Federcontribuenti sui suicidi


    La Federcontribuenti ha indetto per domani a Roma, una conferenza stampa davanti al Tribunale penale, presso piazzale Clodio alle 11. Durante la conferenza il presidente, Carmelo Finocchiaro, il senatore Stefano Pedica (Idv), l'avvocato Maurizio Scuderi e l'avvocato Tiberio Passerani, spiegheranno a quanti interverranno, i motivi che hanno spinto l'organizzazione a presentare un esposto alla procura, per indagare sui troppi suicidi avvenuti a seguito della crisi economica o a seguito di stalking degli enti riscossori a danno delle vittime. Lo rende noto Federcontribuenti.

    In piena emergenza sociale, sottolinea Federcontribuenti, "si vuole costringere gli organi competenti e le autorita' inquirenti a prendere piena coscienza e consapevolezza della realta' a cui milioni di cittadini, ogni santo giorno, sono costretti". La Federcontribuenti spieghera' le cause-effetto, di questi suicidi "anticipando una sentenza storica ottenuta ieri e che vede Equitalia, ancora una volta, in grave difetto. Luci accese anche sulle banche e sul loro malcostume". La Federcontribuenti precisa che tale azione, decisa con la massima urgenza, e' la "diretta conseguenza degli ultimi gravi fatti di cronaca, per questo, nell'esposto- conclude Federcontribuenti- si e' allegata la cronologia macabra delle vittime di questa guerra fredda".



    FONTE AFFARI ITALIANI




     
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    Dopo l'ennesimo suicidio
    ANCORA MORTI

    L'avvocato scarica Equitalia "Basta non ti difendo più"


    Il legale Gennaro De Falco, conosceva l'agente immobiliare che si è tolto la vita, non difenderà più l'Agenzia delle Entrate
    di Salvatore Garzillo
    nocensura.com

    Il legale Gennaro De Falco, conosceva l'agente immobiliare che si è tolto la vita, non difenderà più l'Agenzia delle Entrate. La decisione del legale non vuole più saperne di tasse, cartelle, esazioni. Dice: "Equitalia ha messo in moto un meccanismo diabolico che sta distruggendo famiglie e imprese".



    Si chiama De Falco l’ultimo eroe nazionale. Gennaro De Falco. Proprio come quel Gregorio divenuto simbolo della tragedia della Costa Concordia, l’ufficiale del «vada a bordo, cazzo!» gridato a capitan Schettino. Gennaro De Falco è un avvocato napoletano di 55 anni, e per un anno e mezzo ha lavorato per Equitalia, l’iceberg che sta mandando a picco l’Italia e gli italiani. Dopo il suicidio di Diego Peduto, l’agente immobiliare partenopeo strozzato dalle cartelle esattoriali, De Falco ha deciso di fare un passo indietro e abbandonare l’agenzia.

    Rimorso «Conoscevo Peduto», scrive in una lettera spedita a Il Mattino. «L’ho incontrato per la prima volta nel 1995, quando gli diedi incarico di vendere la mia casa. Aveva figli della stessa età dei miei e la sua agenzia era nel mio quartiere, vicino al mio studio. Insomma le nostre vite scorrevano quasi parallele». Fino a quando Equitalia non irrompe nel tran tran dell’agente immobiliare di cinquantenne, che non regge alla pressione e sceglie di farla finita. De Falco si sente in parte responsabile: «Non difenderò più Equitalia. E rinuncerò al mio onorario, maturato per le cause sostenute finora. Sto pensando di devolvere alla famiglia di Diego la quota dei miei onorari quando mi verranno corrisposti. Si tratta di pochissimi soldi, non immaginate che siano cifre folli, ma è un gesto simbolico importante». L’avvocato si sente in qualche modo «corresponsabile» di quanto accaduto all’imprenditore e per questo non vuole saperne più niente di Equitalia, tasse, cartelle, esazioni. «In queste condizioni non mi sento di andare avanti, in Italia in questi anni si è messo in moto un meccanismo diabolico che sta distruggendo famiglie, persone ed imprese. Non so se questa mia decisione servirà a qualcosa ma almeno alleggerirà la mia coscienza, forse aiuterà a restituire un minimo di dignità agli avvocati e a far riflettere tutti sulla sostenibilità sociale ed etica della gestione di questa crisi».
    Telefono rovente Da quando ha deciso di scoperchiare il vaso di Pandora, il telefono di De Falco non ha smesso di suonare per un istante. Decine di telefonate da parte di giornali, radio, ma soprattutto tante persone disperate che gli raccontano la propria storia. «Ho appena finito di parlare con una signora torinese in lacrime», racconta a Libero dal suo studio di Napoli. «Dice che le toglieranno la casa e non sa dove andare. Sono stupefatto, non credevo di sollevare un tale polverone. In queste ore ho avuto conferma di due cose: che i politici non hanno il polso della società, del Paese reale; e che c’è una quantità incredibile di persone che prova odio puro per Equitalia e per lo Stato. I cittadini lo considerano alla stregua di una forza d’occupazione».
    Paese assediato Un Paese sotto assedio diviso da mille contraddizioni, ma unito dai debiti. E dal rancore per Equitalia. «Il disprezzo per Equitalia è comprensibile perché l’agenzia è in prima linea, ma in fondo è solo il collettore finale. Non fa altro che riscuotere cartelle che altri gli chiedono di incassare». Per gli italiani, però, il mostro succhiasangue è l’agenzia. I tanti “suicidi da crisi” di quest’anno sono tutti riconducibili all’arrivo di una cartella esattoriale. «So bene cosa accade: mani sudate, stress, agitazione. La gente è terrorizzata».
    Sfiducia in Supermario De Falco racconta che da tre anni la situazione è drammatica, ma l’arrivo di Monti sembra aver dato il colpo di grazia. «La prima impressione sul nuovo premier era stata molto positiva», racconta, «ma la seconda è che non sappia cosa fare. Non si può risolvere tutto con le tasse, basta con le scelte impopolari, occorrono quelle popolari. Siamo sull’orlo del baratro». Per l’avvocato tensioni profonde sono alle porte e, anzi, non si spiega come mai non sia ancora esplosa la rivolta. «Il Paese sta morendo, si sta prosciugando. A soffrire di più, paradossalmente, è il profondo Nord. Qui, al Sud, di fabbriche e imprese da chiudere ce ne sono poche. Siamo abituati alla crisi da sempre. Gli unici che resistono sono le aziende farmaceutiche». Certo, lo stress fa ammalare le persone.



    fonte nocensura.com tramite

    http://www.liberoquotidiano.it/news/Italia...fendo-piu-.html




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  6. gulio
     
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    PENSAVO CHE PER OGGI FOSSE FINITA MA NON è COSI PURTROPPO DEVO RIPORTARE ALTRI SUICIDI SEMPRE A CAUSA DI EQUITALIA


    "La dignità vale più della vita". E' questo l'ultimo messaggio che Pietro Paganelli, un uomo di 72 anni di Pozzuoli, ha voluto scrivere ai suoi cari prima di spararsi un colpo in testa. A scatenare il gesto, ha raccontato il figlio ai carabinieri, potrebbe essere stata una cartella esattoriale di 15mila euro ricevuta qualche mese fa. L'anziano si trova ora ricoverato in condizioni disperate all'ospedale Loreto Mare di Napoli. Secondo i medici le sue condizioni non lasciano spazio a speranze. Maurizio Postiglione, responsabile Rianimazione dell'ospedale Loreto Mare, ha spiegato che il paziente, "non ce la può fare".

    Solitamente il sabato mattina, l'anziano andava in barca. Nella mattinata di sabato, però, quando i suoi familiari si sono accorti che le chiavi della barca erano in casa e che al telefono cellulare non rispondeva, si sono preoccupati e hanno allertato i carabinieri che lo hanno trovato nella sua officina a Napoli. A riferire della cartella esattoriale, ricevuta tempo fa, è stato proprio il figlio dell'uomo.

    Le preoccupazioni per i debiti con Equitalia - Negli ultimi tempi, raccontano i famigliari, esprimeva spesso la sua preoccupazione riguardo ai soldi che doveva a Equitalia. "Vivo per la giornata, come faccio a pagare?" si chiedeva spesso, anche se non si era mai fatto vincere dalla depressione. "Lui è una persona forte e allegra - dice la sorella Paola - non ci ha raccontato dei suoi problemi, altrimenti lo avremmo aiutato". "E poi - aggiunge il fratello Umberto - lui ci ripeteva anche questo 'io non ho niente, che cosa mi possono poi fare?". Negli ultimi giorni, però, la notizia di un'ulteriore cartella esattoriale di 11mila euro ricevuta da uno dei figli lo avrebbe particolarmente turbato.



    A Enna un precario si uccide - Non è stato l'unico gesto estremo di oggi riconducibile agli effetti della crisi. A Troina, in provincia di Enna, un uomo di 47 anni, Gaetano Trovato Salinaro, si è impiccato nel garage della sua villetta. L' uomo era precario da sempre e ora la piccola ditta dove lavorava gli aveva anche ridotto l'impegno. Salinaro, 47 anni, di Troina, sposato e padre di due figli di 9 e 4 anni, ha lasciato quattro biglietti per spiegare il suo gesto. Da mesi era sconfortato perch‚ cercarva un lavoro stabile. La riduzione di orario e di salario avrebbe lo avevano gettato nello sconforto. A scoprire il corpo Š stato il suocero che da tempo sosteneva economicamente la famiglia.




    grazie a EQUITALIA AL GOVERNO E A TUTTI I PARTITI MAGNAMAGNA


     
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  7. gulio
     
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    06/05/2012 13:40
    NON PUO' PIU' PAGARE IL MUTUO, MURATORE SUICIDA IN VENETO
    Il quarantenne si è impiccato nella sua casa. Ancora una tragedia dopo il piccolo imprenditore di Pozzuoli che ieri si è sparato alla testa

    Servizio di Andrea Prandi

    A QUESTO LINK IL VIDEO CON AGGIORNAMENTI ALCUNI ANCHE GIà DA NOI SEGNALATI

    www.intopic.it/notizia/3769557/
     
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  8. Apocalypse23
     
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    ma come meravigliarsi di tutti questi suicidi leggete l'ultima del nostro governo contro povere pensione anziane , ancora più potere ad EQUITALIA :

    lunedì 14 maggio 2012
    Come massacrano i pensionati: pensione accreditata in banca e pignorata da equitalia

    Ecco come massacrano i pensionati. Per aggirare la legge che impone il pignoramento di un importo massimo corrispondente a un quinto della pensione, costringono i pensionati a ricevere il pagamento in banca: dove grazie alla legge sui prelievi forzosi, può essere pignorato integralmente. Se il malcapitato ha qualcuno che può provvedere a garantirgli ugualmente un piatto di pastasciutta, in qualche modo sopravvive. MA COLORO CHE NON HANNO NESSUNO CHE POSSA AIUTARLI?!?

    Il governo Monti ha limitato a 1.000€ il tetto massimo per i pagamenti in contanti: e questo ha costretto numerosi pensionati che percepiscono un importo mensile superiore - anche di pochi euro - a dotarsi di un conto corrente bancario, con relative spese e commissioni. Ma non è finita qui.


    Dall'Ottobre scorso infatti, il governo Berlusconi ha concesso nuovi poteri ad Equitalia, tra cui quello di prelevare direttamente dai conti correnti dei debitori. Se un cittadino ha un debito, Equitalia può svuotargli il conto corrente per recuperare l'insoluto: indipendentemente dalla provenienza di tali soldi, e se ci trova 1.000€ preleva quelli.


    E' quanto sta succedendo ad alcuni pensionati che si vedono accreditare la pensione sul conto corrente, e subito dopo vedono svuotarsi il conto, grazie alle mani lunghe di Equitalia. Nel caso di insoluti, Equitalia ha infatti la facoltà di pignorare fino a 1/5 (un quinto) della pensione: (funziona così anche per gli stipendi) ma in alcuni casi, quando senza il quinto dello stipendio diventa difficile andare avanti (familiari a carico, spese si affitto/mutuo etc) viene disposto il pignoramento di una quota minore dell'assegno, per esempio solo 1/10 (un decimo) della pensione. Regole a tutela dell'individuo che non sono previste nel caso dei prelievi forzosi dai conti correnti.

    Se poi quel mese, dopo che la pensione si è volatilizzata il "fortunato" non ha i soldi necessari per mangiare e fronteggiare le spese, a loro non importa: le regole sono queste.


    C'è davvero da sorprendersi che qualcuno, preso dalla disperazione, decida di farla finita?


    Staff nocensura.com postato da admin.


    pensionati

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    DISPERAZIONE = MORTE
     
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  9. Apocalypse23
     
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    giovedì 17 maggio 2012
    Pignoramenti senza fine: addio casa per 44mila. Grazie Equitalia


    19:57. | Pubblicato da admin.
    di Rosa Serrano


    Pignoramenti immobiliari in costante, drammatica crescita in Italia. Se 37.472 famiglie avevano perso la casa nel 2010, nel 2011 il doloroso destino si è abbattuto su altre 44.027. E le cose sarebbero andate addirittura peggio senza l´accordo salva-famiglie fra Abi e associazioni consumatori. Il paracadute ha scongiurato il pignoramento per migliaia di altre persone colpite da eventi traumatici come la perdita del lavoro o la cassa integrazione, che ne hanno ridotto la capacità di rimborso del mutuo. Queste persone hanno sospeso – per un anno – il pagamento delle rate.
    L´ultima moratoria scade alla fine di luglio di quest´anno e difficilmente sarà prorogata. «Le prospettive reddituali delle famiglie – spiega Luca Dondi, responsabile settore immobiliare di Nomisma – non sono certamente positive e il sistema bancario, che finora ha riconosciuto una serie di moratorie, non potrà certamente rimandare sine die il momento del pagamento delle rate».
    Ma pochi numeri sono sufficienti per confermare l´attuale momento di difficoltà economica delle famiglie: il numero delle richieste di sospensione del pagamento delle rate è passato dalle 55 mila di fine novembre 2011 alle oltre 60 mila attuali, con un debito residuo di circa 7,5 miliardi.
    La contrazione della capacità reddituale delle famiglie è confermata dai dati Crif, secondo cui le richieste di mutuo nel primo trimestre di quest´anno sono calate del 48%, mentre Assofin segnala nel primo bimestre 2012 una vera e propria emorragia di operazioni di finanziamento concluse con un secco meno 58,5%.
    Il dimezzamento dei finanziamenti immobiliari è anche l´effetto dell´inasprimento dei criteri di concessione del credito da parte delle banche e che ha colpito, in particolare, i mutuatari con reddito medio-basso. A questo fattore bisogna poi aggiungere il forte aumento dello spread. L´applicazione da parte delle banche di spread elevati, di fatto, vanifica fortemente le riduzioni dell´Euribor.
    Basti pensare che – rispetto al 7 ottobre 2011 quando l´Euribor a un mese quotava 1,36% – venerdì scorso il valore si è posizionato sullo 0,40% ( – 0,96%) e l´Euribor a 3 mesi è passato nello stesso periodo dall´1,57% allo 0,69% (-0,88%).
    Al contrario, dati elaborati da MutuiOnline propongono questo scenario: i ricarichi applicati dalle banche per i mutui a tasso variabile sono mediamente passati dall´1,43% del primo semestre 2011 al 3,57% del primo bimestre di quest´anno. «Il calcolo rigoroso dei tassi di interesse – segnala Dondi – rappresenta uno degli strumenti preferiti dagli istituti per alleggerire i propri costi. In altre parole, si trasferiscono sulla potenziale clientela l´onerosità dei costi di approvvigionamento a medio-lungo termine».


    fonte nocensura.com






    CI VOGLIONO MORTI
     
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  10. Apocalypse23
     
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    oggi ho postato su facebook quello che pensavo su quanton segue che viene dalla fonte nocensura,com guardate