ILVA sotto sequestro per disastro ambientale, gip di Taranto firma il provvedimento

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  1. Marvey
     
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    ILVA di Taranto sotto sequestro per disastro ambientale: le voci circolate ieri, che avevano scatenato l’immediata protesta degli operai dello stabilimento siderurgico, hanno trovato conferma oggi. Il gip di Taranto Patrizia Todisco ha firmato il provvedimento di sequestro, senza facoltà d’uso, degli impianti dell’area a caldo dell’ILVA.

    Sigilli nelle acciaierie, ai parchi minerali, alle cokerie, nell’area altiforni ed agglomerazione e negli stabilimenti di gestione dei materiali ferrosi. Il gip ha messo ai domiciliari ben otto persone. Tra queste il patron Emilio Riva, che fino a maggio del 2010 ha ricoperto la carica di presidente dell’ILVA, suo figlio, successivo presidente e da pochi giorni dimissionario. Ai domiciliari anche i dirigenti dei sei reparti posti sotto sequestro: Luigi Capogrosso, a capo delle cokerie, Ivan Di Maggio, che dirige l’area agglomerato ed Angelo Cavallo.

    Il Ministro dell’Ambiente Corrado Clini ha fatto sapere che sostiene la continuazione delle attività produttive e che chiederà il riesame dei provvedimenti giudiziari. Clini ha spiegato che il Governo sta già lavorando ad un piano di riqualificazione ambientale per scongiurare la chiusura dell’impianto.

    Legambiente auspica il rilascio della nuova AIA, più rigorosa e stringente. Per Stefano Ciafani, vice presidente nazionale di Legambiente

    Il sequestro è il risultato di anni di politiche, soprattutto industriali, davvero irresponsabili. Esprimiamo la nostra più profonda preoccupazione per la situazione che si è venuta a creare a Taranto. Agli annosi e drammatici problemi ambientali e sanitari ora si aggiunge quello occupazionale. Si è finiti in un vicolo cieco da cui si rischia di uscire con soluzioni frettolose che non risolverebbero i problemi che hanno portato a questo sequestro.

    Gli operai intanto anche oggi sono scesi in strada a protestare al grido di La fabbrica è nostra e non si tocca.

    26 luglio 2012

    FONTE: http://www.ecoblog.it/post/23037/ilva-sott...l-provvedimento



    Personalmente trovo molto significativo quello che sta accadendo attorno all'Ilva di Taranto, la più grande industria siderurgica d'Europa, nonchè la più inquinante d'Italia. Se si è arrivati a questo provvedimento è perchè la gente, dopo anni e anni di insulti ambientali pagati sulla pelle degli stessi tarantini (e non solo), era arrivata al limite della sopportazione. E come per tutte le cose, il troppo stroppia.
    Gli operai sono sul piede di guerra per questo provvedimento, dato che vedono a rischio il loro posto di lavoro, ma alla fine sono proprio loro le maggiori vittime dell'assurdo inquinamento prodotto dall'Ilva.

    In una società che dovrebbe tendere verso ideali di vita più ecologici, per LA PROPRIA STESSA SOPRAVVIVENZA, eco-mostri come l'Ilva dovrebbero cessare di esistere. Massima solidarietà verso tutti gli operai della fabbrica, che mi auguro di vero cuore possano essere impiegati altrove, ma bisogna proseguire su questa strada se si desidera avere un futuro diverso e migliore. Aziende come l'Ilva, obsolete e inquinanti, a mio modesto parere, non hanno più ragione di esitere.
     
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  2. Apocalypse23
     
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    troppo bello per essere vero ....

    "Decreto salvakiller". Il governo vuole salvare l'Ilva per decreto

    di Marco Travaglio


    Il cosiddetto ministro dell’Ambiente, Clini, sta disperatamente cercando di “evitare un decreto d’urgenza” per ribaltare le ordinanze dei giudici di Taranto sull’Ilva. Ma non sa se ce la farà, perché si sa come sono fatti questi decreti: ti capitano fra capo e collo a tradimento, d’urgenza, e soprattutto a tua insaputa, senza che tu li abbia né voluti né firmati. Un po’ come i temporali d’estate. Accadono, ecco. Precipitano. E non c’è verso di evitarli. A meno che, si capisce, i giudici non cedano al ricatto del governo, che a sua volta cede al ricatto dell’Ilva, nel qual caso il decreto si può evitare, come pure “il ricorso alla Consulta”. E addio “conflitto”, anzi “potremo lavorare insieme”. Fanno il racket e lo chiamano pace. Clini auspica “un colloquio almeno col Procuratore capo”: per trovare “un punto di equilibrio” e “lavorare insieme”. Come se la Procura potesse dare ordini al Gip (e non viceversa); se i giudici potessero “lavorare insieme” ai politici”; e se la Giustizia fosse un suk arabo dove si contratta, tipo tappetari e vuccumprà: “Tu vuoi il sequestro, io no, allora veniamoci incontro: facciamo mezzo sequestro e un bacio sopra”. Saldi di fine democrazia. Chissà dove hanno studiato diritto questi giuristi della mutua travestiti da “tecnici”: forse alla scuola Radio Elettra, per corrispondenza.Il Messaggero informa che, in tenuta tirolese, “Monti segue passo passo dall’Engadina l’operazione salva-Ilva” e ha sguinzagliato i suoi sherpa, i due Corradi, Passera e Clini, a cercare “un contatto diretto col procuratore Sebastio per ‘una moral suasion garbata e discreta’. Obiettivo: convincere i magistrati a rinunciare allo spegnimento, illustrando una volta di più il piano di risanamento dell’azienda”, che guardacaso arriva proprio ora che si muovono i giudici dopo 30 anni di strage indisturbata. Ma dei morti di cancro nessuno parla, in questo delirio su fantomatiche “invasioni di campo dei magistrati nella sfera dell’esecutivo” e “menomazioni della politica industriale del governo”. C’è da augurarsi che il procuratore Sebastio, persona seria, metta alla porta i due postulanti dopo aver loro impartito un corso accelerato di diritto penale e costituzionale. Così finalmente lo vedremo, questo famoso decreto che rovescia un provvedimento giudiziario sgradito.
    L’ultimo precedente risale a metà anni 80, con i due “decreti Berlusconi” imposti da Craxi per annullare il sequestro degl’impianti Fininvest fuorilegge. Ci riprovò due anni fa B., per annullare le sentenze su Eluana, ma Napolitano gli fece sapere che era fatica sprecata: l’avrebbe rispedito al mittente. Chissà se ora farà lo stesso con l’amato Monti, o firmerà un decreto incostituzionale che legalizza l’illegalità; seppellisce l’indipendenza della magistratura e il primato della legge e della salute sul profitto privato; e spiega ai famigliari dei morti e dei malati che devono rassegnarsi, qualche centinaio di vittime non sono nulla di fronte ai fatturati della famiglia Riva che tanto ha dato al Paese e soprattutto ai politici. Del resto – argomenta Clini – i morti risalgono alla gestione Italsider e Riva è arrivato da poco: aspettiamo che crepi qualche malato per la gestione Riva, poi vedremo.
    Così, 18 anni dopo il decreto Salvaladri, avremo un bel decreto Salvakiller, stavolta fra gli applausi di centro, destra e sinistra. A proposito di sinistra: dopo sette anni di governo (si fa per dire), Vendolafarfuglia di un “tavolo del dialogo con le parti”, di “confronto con i magistrati” e annuncia di aver chiesto all’Ilva nientemeno che “di confermare il nuovo stile dell’azienda”. Come? Con “atti concreti” e un “cronoprogramma” per “ambientalizzare finalmente la fabbrica”. Quando? “Quanto prima”. Dopo sette anni. Infatti “lo sguardo di chi governa” deve evitare “che l’ardire utopico dei pensieri lunghi si pieghi alla disperazione di un presente immobile, quasi divorato dal suo passato”. Gliele ha cantate chiare. È la famosa “sinistra radicale”.

    fonte: Il Fatto Quotidiano nocensura.com


    commento perchè catricalà e clini non si fanno regalare un bell'appartamentino proprio sotto L'ILVA?

    vacanze alternative......
     
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  3. Marvey
     
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    Ilva, il gip boccia il piano di risanamento
    Clini: decidiamo noi, senza interferenze


    Il gip di Taranto Patrizia Todisco vieta la produzione al minimo: "Dall'Ilva proposte al ribasso: non si mercanteggia con la salute". La notizia ha scatenato l'ira degli operai. Ieri pomeriggio i primi presidi degli operai sull'altoforno 5 che sono proseguiti per tutta la notte. Sciopero Fim e Uilm domani e venerdì. No alla libertà per i Riva

    di Mario Diliberto

    La decisione del gip e lo sciopero. La decisione tanto paventata dalle istituzioni e dall'Ilva alla fine è arrivata. Il gip di Taranto Patrizia Todisco ha detto no al piano formulato dall'Ilva di interventi immediati per il risanamento degli impianti inquinanti. No anche al mantenimento di un minimo di produzione chiesto dall'azienda. La decisione è contenuta nel provvedimento depositato poco fa dal giudice in cancelleria. Bocciato, quindi, il piano da 400 milioni di euro presentato da Bruno Ferrante nei giorni scorsi. Il gip ha poi respinto anche le richieste di rimessione in libertà avanzate dai legali di Emilio e Nicola Riva, ex presidenti dell'Ilva, e di Luigi Capogrosso, direttore fino allo scorso mese di giugno dello stabilimento siderurgico tarantino.
    I tre sono agli arresti domiciliari dal 26 luglio scorso.

    LA PROTESTA

    Immediata la risposta di Fim e Uilm, che hanno dichiarato per domani e venerdì uno sciopero dei dipendenti dello stabilimento. "Con amarezza dobbiamo rilevare che nel piano, Ilva si impegnava ad effettuare lavori per risanamento che in realtà erano già negli atti di intesa del 2003-2004, evidentemente non rispettati", hanno scritto i pubblici ministeri nelle cinque pagine di parere negativo al piano di Ilva."Non c'è spazio per proposte al ribasso da parte dell'Ilva circa gli interventi da svolgere e le somme" da stanziare. E' scritto nel provvedimento di Patrizia Todisco. "I beni in gioco, salute, vita e ambiente e anche il diritto a un lavoro dignitoso ma non pregiudizievole per la salute di alcun essere umano, lavoratore compreso, non ammettono mercanteggiamento".

    Il piano di investimenti. Il Piano di investimenti immediati redatto dall'Ilva è stato consegnato il 18 settembre scorso dal presidente dell'azienda, Bruno Ferrante, in procura. Il Piano non è piaciuto da subito: non convinse neppure i sindacati, che già il 18 settembre all'uscita dall'incontro con Ferrante che glielo aveva presentato, giudicarono "inadeguate" le risposte dell'azienda rispetto alle indicazioni operative già allora formulate dalla Procura.
    Poi, il Piano non è piaciuto agli ingegneri-custodi giudiziari Barbara Valenzano, Emanuela Laterza e Claudio Lofrumento, che il 20 settembre si espressero per una bocciatura sostanziale in un documento contenente una relazione tecnica e consegnato al procuratore di Taranto, Franco Sebastio, e ai pm che si occupano dell'inchiesta per disastro ambientale a carico dell'Ilva. Il giorno dopo giunse il 'no' della procura sia al Piano sia alla richiesta aziendale di mantenere una capacità produttiva minima per tenere in equilibrio la tutela dell'ambiente e del lavoro.

    Il parere del pm. "Avevamo formulato una parere che almeno al momento ha trovato accoglimento". E' il primo commento del procuratore di Taranto, Franco Sebastio, alla decisione del gip Patrizia Todisco di rigettare le richieste avanzate dall'Ilva sulla prosecuzione dell'attività produttiva e il conseguente piano di investimenti immediati per risanare gli impianti dell'area a caldo sequestrati il 26 luglio perchè inquinanti. Nel decreto odierno il gip fa proprio gran parte del parere negativo espresso dalla Procura sulle richieste aziendali e le indicazioni date dal tribunale del riesame nell'agosto scorso.

    Clini: chiederemo il rispetto dell'autorizzazione ambientale con 4 anni di anticipo. Anche il ministro dell'Ambiente Clini ha commentato - nel question time parlamentare - gli sviluppi della vicenda Ilva. "Il ministro dell'Ambiente - ha ricordato - è l'autorità competente, in base alla legge itaiana in applicazione della direttiva europea, per l'autorizzazione integrata ambientale, che rappresenta il documento di autorizzazione all'esercizio degli impianti industriali nel rispetto delle norme per la tutela dell'ambiente e della salute. Stiamo completando l'istruttoria per rilasciare l'autorizzazione e la termineremo in questi giorni". Autorizzazione che "avrà le prescrizioni puntuali per l'adeguamento degli impianti di Taranto agli standard stabiliti dalla commissione europea".

    "Mi auguro" - ha specificato Clini - che la decisione del Gip "non interferisca con la procedura prevista dalla legge italiana", e che il ministero "rilasci l'autorizzazione ambientale integrale". "Chiederemo a Ilva di cominciare a rispettare adesso, con 4 anni di anticipo, quanto sarà stabilito nell'Autorizzazione Integrale Ambientale, per l'adeguamento degli impianti di Taranto, che stiamo completando in questi giorni".

    Il piano consegnato dall'azienda prevede un impegno finanziario di 400 milioni di euro, 146 dei quali già impegnati per interventi in corso o programmati. Troppo poco, sembra a tutti coloro che si sono espressi negativamente. Troppo scarsi gli investimenti previsti soprattutto rispetto alla direttiva consegnata poche ore prima, la sera del 17 settembre, dai custodi giudiziari all'azienda, nella quale si indicavano dettagliatamente tutti gli interventi da eseguire per risanare l'area a caldo del Siderurgico.

    Gli interventi previsti dall'azienda nel Piano avrebbero una durata variabile da un anno, per i più semplici, a quattro anni per quelli più complessi. La vera novità del Piano aziendale riguarda i parchi minerali, per i quali l'Ilva ha affidato uno studio finalizzato ad un progetto di copertura dell'area (70 ettari). Ma il no del gip ha vanificato tutto. La notizia è stata accolta con forte preoccupazione dagli operai che da ieri sera stavano protestando salendo sugli altiforni e ora annunciano anche lo sciopero della fame.


    La protesta sugli altiforni. Già in quattordici hanno passato la notte sulla passerella dell'altoforno cinque, il più grande d'Europa, fermi a 60 metri di altezza. In mattinata altri nove operai sono saliti sul camino E312 dell'area agglomerato dello stabilimento siderurgico dove si sono incatenati esponendo tre striscioni di protesta. E sono più di seicento i lavoratori che da questa mattina hanno presidiato l'ingresso della direzione dell'Ilva e dove è insorta una discussione tra due gruppetti di lavoratori, alcuni dei quali vogliono difendere con ogni mezzo la fabbrica e il posto di lavoro; altri sottolineano di avere parenti che si sono ammalati di tumore per l'inquinamento e chiedono interventi di ambientalizzazione, anche a costo di fermare gli impianti. Una giornata che si preannunciava di grande tensione in attesa della decisione del gip sulla sorte dello stabilimento. Ieri pomeriggio erano saliti i primi dieci operai sulla torre del nastro trasportatore dell'altoforno 5 mentre da questa mattina altri otto lavoratori sono saliti questa mattina per protesta sulla passerella in cima al camino E312 dell'area agglomerato, a circa 70 metri d'altezza. Gli operai hanno issato tre striscioni con le scritte 'la nostra salute è la vostra salute', 'Noi strumentalizzati da salute e lavoro, voi da chi?' e 'Noi per ambiente salute e lavoro'.

    26 settembre 2012

    FONTE: http://bari.repubblica.it/cronaca/2012/09/...forno-43301105/
     
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  4. Apocalypse23
     
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    io dico che la slaute non ha prezzo questo lo so molto bene e quindi quel mostro sputa veleni deve essere chiuso , mi dispiace per gli operai, ma temo che un risanamento totale non porterebbe a niente .

    non a caso i tumori si moltiplicano che senso ha lavorare per morire?
     
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  5. Marvey
     
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    Sono daccordo con te Apo.

    L'Ilva va chiusa definitivamente, poi va smantellata, quindi va bonificato tutto il territorio circostante, perchè i "segni" del prolungato inquinamento prodotto da questo "mostro" siderurgico, ha contaminato tutto il territorio, dalla terra al mare.

    Se così si facesse, smantellamento degli impianti e bonifica del territorio, si potrebbero tenere occupati tutti gli operai dell'Ilva per almeno un paio d'anni, i quali, quindi, continuerebbero a lavorare.... mentre nel frattempo si cercherebbe di trovare un altra sistemazione lavorativa per ciascuno di loro.
    Questa è la strada che bisognerebbe seguire !

    Certo, è chiaro che chiudendo l'Ilva cesserebbero di esistere i grandi introiti prodotti da questa azienda..... introiti di cui però beneficiano i loro proprietari, cioè i signori Riva.

    L'Ilva, così come altri suoi simili presenti in Italia, sono "dinosauri" destinati a scomparire.... in una società come quella di oggi, molto inquinata e dalle risorse in costante diminuzione, simili mostri super-inquinanti sono sempre meno tollerati e quindi, a mio parere, destinati all'estinzione. Ciò che sta succedendo all'Ilva a mio parere è sintomatico del fatto che si sta andando in quella direzione.... occorrerà del tempo, certamente, ma la direzione è quella.

     
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  6. gulio
     
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    parole sante anche perchè leggi marwey che sta succedendo:

    http://www.teleborsa.it/DettaglioNews/636_..._di_tumore.html

    Ilva, allarme della ASL sull'impennata dei casi di tumore


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    A Taranto i ricoveri per patologie tumorali sono aumentati del 50% rispetto all'anno precedente. Questo il dato reso noto Rossella Moscogiuri, responsabile Controllo Spesa Farmaceutica della Asl di Taranto che, prendendo in esame i primi sei mesi del 2012 rispetto allo stesso semestre del 2011, ha anche rilevato un aumento drastico della spesa per i farmaci contro il cancro.

    Ma non basta, crescono anche le patologie respiratorie che a Taranto interessano il 3,3% della popolazione mentre, ad esempio, a Verona solo l'1,8%.

    Secondo la dr.ssa Moscogiuri "complessivamente nel primo semestre 2012 a Taranto si è avuto un aumento di circa 1,5 mln di euro per i farmaci innovativi per la cura di varie patologie. Tra questi gli antitumorali incidono per circa il 60%".

    Il Ministro della Salute, Renato Balduzzi, che attende dati definitivi, rende noto che "la zona di Taranto e di alcuni comuni vicini è territorio che da tempo presenta delle criticità di carattere ambientale e sanitario. Ora si tratta di capire esattamente in quali termini si pongono queste criticità, per orientare meglio sia le politiche di risposta sanitaria, sia l'azione di bonifica ambientale e industriale".

    Il problema Ilva, quindi si ripropone in tutta la sua drammaticità.


    ......................................................................................................................Mi raccomando leggete tra le righe.....

     
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  7. Marvey
     
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    Ilva di Taranto: “Io, medico al rione Tamburi, li vedo morire uno dopo l’altro è una carneficina”

    Taranto, Rione Tamburi, la Dottoressa Marraffa maledice ogni giorno le ciminiere dell'ILVA, lo stabilimento che tanto sta facendo discutere


    La dottoressa Ivana Marraffa, che lavora come medico di base nel rione più vicino all’ILVA, parla di una vera e proprio carneficina, le malattie diventano sempre più frequenti tra i suoi pazienti e ogni giorno è costretta a fare i conti con la morte.

    Pochi giorni fa un giovane operaio è morto a causa del male del secolo: il cancro; la patologia si era presentata dodici mesi fa, ma sembrava che il giovane, dopo un intervento chirurgico, fosse riuscito a salvarsi. In poco tempo la malattia l’ha letteralmente divorato, le continue emissioni che inquinano l’aria hanno fatto ripresentare il suo male e alla fine non ce l’ha fatta.

    La dottoressa, nonostante la sua lunga carriera, non si è affatto abituata al cancro, dopo questa terribile tragedia ha voluto sfogare la sua rabbia e il suo dolore su facebook, la necessità di lavorare, dice, non può essere più importante della vita umana; il post è stato letto alla radio e ha riscosso profonda commozione, anche i più fermi sostenitori dell’azienda hanno avuto gli occhi lucidi.

    Lo sfogo è chiaro e diretto, parla delle sue esperienze e descrive un popolo tarantino disposto a tutto pur di portare a casa quella maledetta pagnotta; quando è nel suo studio e parla con gli operai, questi le dicono che è meglio morire di cancro che di fame, sembra assurdo ma è la verità.

    Insieme al marito, giorno dopo giorno, vede delle giovani vite che si spengono lentamente, ai microfoni della trasmissione locale sottolinea la necessità di cambiare rotta, di trovare un’alternativa a quella maledetta industria ormai diventata fonte di morte.


    di Elisa Chiodi

    FONTE: http://www.befan.it/ilva-di-taranto-io-med...na-carneficina/
     
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  8. Apocalypse23
     
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    Ilva, per Riva a Londra libertà vigilata, no estradizione
    martedì 22 gennaio 2013 13:34 Stampa quest’articolo[-] Testo [+] ROMA (Reuters) - Fabio Riva, vice presidente del Gruppo Riva e ricercato dalla magistratura nell'ambito di un'inchiesta parallela per corruzione relativa all'inquinamento prodotto dallo stabilimento siderurgico di Taranto, è in libertà vigilata a Londra.

    Lo hanno riferito a Reuters due fonti della società a conoscenza della vicenda.

    "Fabio Riva non è stato arrestato, è in libertà vigilata a Londra. La notizia non è ancora ufficiale, ma sappiamo che la richiesta di estradizione verso l'Italia è stata respinta. Lui si è presentato regolarmente in tribunale", ha detto la prima fonte.

    "Falsa. Libertà vigilata, no estradizione", ha risposto la fonte con un messaggio alla domanda se Riva, ricercato da alcuni mesi, fosse stato arrestato a Londra e fosse prossima la sua estradizione, dopo che è stato diffuso un mandato Interpol.

    Fabio Riva, figlio del patron del gruppo Riva Fire, Emilio, è accusato di associazione a delinquere nell'ambito di un'inchiesta parallela a quella su disastro ambientale condotta dalla Procura tarantina, per la quale era già agli arresti domiciliari.

    Dopo essersi reso irreperibile il 26 novembre, Riva aveva poi inviato una lettera al gip annunciando di essere a Londra, e aveva poi contattato la polizia britannica.

    Oggi, riferiscono le fonti, si teneve a Londra l'udienza sulla richiesta di estradizione verso l'Italia.

    (Massimiliano Di Giorgio)

    Sul sito it.reuters.com le notizie Reuters in italiano. Le top news anche su www.twitter.com/reuters_italia
     
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  9. Marvey
     
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    È morto Lorenzo, il bimbo di 5 anni malato di tumore e simbolo del dramma dell’Ilva

    Il padre aveva portato la sua storia a una manifestazione nel 2012. Ieri l’annuncio su Facebook: «Lorenzino ci ha fatto uno scherzetto... ha voluto diventare un angioletto...»



    «Cari amici volevo avvisarvi che Lorenzino ci ha fatto uno scherzetto... ha voluto diventare un angioletto...». L’annuncio del papà su Facebook scuote la rete: ieri sera si è spento Lorenzo Zaratta, di cinque anni, il bimbo di Taranto a cui fu diagnosticata a soli tre mesi dalla nascita una grave forma tumorale al cervello.

    Lorenzo, detto Lollo, era diventato martire e simbolo della lotta all’inquinamento nella terra dell’Ilva. Suo padre, Mauro, pochi giorni dopo il sequestro degli impianti dell’area a caldo del Siderurgico (esattamente il 17 agosto 2012), partecipò ad una manifestazione contro l’inquinamento mostrando la foto del figlio intubato in un letto di ospedale.

    Un’immagine che ebbe lo stesso effetto di un pugno nello stomaco. Mauro salì sul palco e svelò, con grande dignità, il calvario di suo figlio e della sua famiglia. «Certo, nessuno - raccontò l’uomo - è in grado di dimostrare il nesso di causalita’ tra il tumore di Lorenzo e i fumi dell’Ilva, ma la mia famiglia lavorava lì e i miei nonni, mia mamma sono morti di tumore. Mio suocero anche era all’Ilva e mia moglie, durante la gravidanza, lavorava nel quartiere Tamburi. E tutti sappiamo che da quei camini non esce acqua di colonia, ma gas in grado di modificare il dna e provocare errori genetici come quello di mio figlio».

    Lorenzo è morto. E una città piange e si commuove. Oggi ai funerali del bimbo, celebrati nella chiesa Regina Pacis della frazione tarantina di Lama, in centinaia hanno dato l’ultimo saluto a Lollo. La piccola bara bianca si è fatta strada tra la folla sotto un cielo plumbeo. Applausi e lacrime. Tante, come se piovesse. Sul web una serie infinita di messaggi di vicinanza e solidarietà alla famiglia Zaratta. «In un momento come questo - osserva Giuseppe - non bastano mille parole per descrivere tutto il dolore che si prova. Sappiate che Lollo è un campione e da lassu’ ci guarderà e ci proteggerà».

    «Soltanto un commento - spiega Marina - tra la commozione: lottare nel vero senso della parola per questi nostri figli». «Lollo - scrive Rosella Balestra, del comitato "Donne per Taranto" - era un guerriero, un piccolo guerriero della nostra terra, una terra che gli aveva regalato appena nato un destino ingiusto. Tristezza e rabbia per non aver protetto i figli di questa nostra terra, diventata matrigna e crudele. Il tempo è limitato e tu ce lo hai dimostrato... Dacci la forza per non arrenderci e proteggere ogni bambino». Un ricordo commosso del piccolo angelo volato in cielo.

    31 luglio 2014

    FONTE: http://www.lastampa.it/2014/07/31/italia/c...6HO/pagina.html


    Un altra vittima precocissima dell'inquinamento ambientale..... e quanti come lui, a causa dell'Ilva :(
    RIP piccolo Angelo
     
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8 replies since 6/8/2012, 12:20   184 views
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