Nitrati: Coldiretti, Regione Emilia Romagna è contro gli allevatori

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    Nitrati: Coldiretti, Regione Emilia Romagna è contro gli allevatori
    martedì, 22 gennaio 2013, 12:59
    Ambiente, Primo Piano




    Ci sarà un motivo per cui in vent’anni, tra il 1990 e il 2010, in Emilia Romagna hanno chiuso più di 26 mila allevamenti? E’ la domanda che si fa Coldiretti regionale di fronte alla delibera della Regione Emilia Romagna per stoppare il decreto sviluppo che sospende per un anno i dettami della direttiva nitrati.
    L’impressione – afferma Coldiretti – è che la regione si accanisca sugli allevatori senza una adeguata documentazione in merito al carico inquinante del bestiame allevato. Già da tempo – ricorda Coldiretti – sarebbe dovuto uscire la ricerca dell’Ispra commissionata e finanziata dalle Regioni, sulle cause e l’origine dell’inquinamento delle acque, ma finora niente si è visto. Per cui si continua a dire che i responsabili dell’inquinamento siano i liquami agricoli, ma nessuno è in grado – commenta Coldiretti – di fornire una documentazione non solo sui dati agricoli, ma anche ad esempio sul carico di azoto che finisce nelle acque pubbliche proveniente dai depuratori cittadini, solo per citare un’altra possibile fonte inquinante. C’è da aggiungere – afferma Coldiretti, che ci sono studi, come quello dell’università di Ferrara, che dimostrano come lo spandimento di concimi organici non aumenta l’inquinamento da nitrati, ma lo diminuisce.
    A questo punto, in vista delle prossime elezioni, crediamo – sostiene Coldiretti – che gli allevatori sapranno ben distinguere tra i politici che fanno scelte di promozione e valorizzazione dell’agricoltura e chi invece sull’agricoltura continua a gettare fardelli insostenibili.
    Tra il 1990 e il 2010, nella nostra regione – ricorda Coldiretti – hanno chiuso i battenti più di 16 mila allevamenti di mucche (–69,4%) e 10 mila allevamenti di maiali (–89%), con un calo di 320 mila mucche e 620 mila maiali. In questo modo – commenta Coldiretti – tutta l’Emilia Romagna si ritrova più povera perché sono stati persi posti di lavoro e una ricchezza produttiva che è alla base dei principali prodotti enogastronomici della regione, dal prosciutto di Parma al Parmigiano Reggiano e Grana Padano, dai salumi Dop piacentini al culatello di Zibello. Nonostante il calo degli allevamenti e degli animali allevati, i nitrati nelle falde sono addirittura aumentati. E’ un controsenso – commenta Coldiretti – che dovrebbe spingere a cercare le responsabilità anche in altre direzioni.



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    fonte
    con i piedi x terra
     
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