DETOSSIFICAZIONE

neuroscienze

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    TRATTO DA:

    http://209.85.129.132/search?q=cache:nVNCp...t&ct=clnk&gl=it



    PRINCIPI DI TOSSICOLOGIA GENERALE


    La tossicologia può essere definita come quella branca delle discipline

    mediche che studia la natura, gli effetti, le proprietà e le dosi delle

    sostanze tossiche



    E’ la disciplina che si occupa delle sostanze tossiche e delle intossicazioni








    Definizione di tossico


    Un tossico è una sostanza che, una volta venuta a contatto con un

    sistema biologico, può causare un’alterazione omeostatica non desiderata


    Intossicazione


    Per “intossicazione” s’intende una malattia acuta o cronica che si produce

    a seguito dell’esposizione dell’organismo ad una sostanza tossica


    L’intossicazione è un fenomeno profondamente integrato tra processi

    di tossificazione e detossificazione per la cui comprensione è necessario

    conoscere la chimica biologica, la biologia molecolare e la medicina clinica











    Intossicazione


    L’elemento che differenzia l’intossicazione da patologie di altra natura

    (traumatica, infettiva, degenerativa) è l’estraneità dell’agente eziologico,

    intendendo come estranea una sostanza che non è normalmente presente

    nel nostro organismo.



    Farmaco e tossico sono entrambe sostanze estranee ma differiscono fra loro

    perché mentre il tossico ha sempre effetti negativi sull’organismo, il farmaco

    può evere effetti negativi in relazione alla dose.







    Fattori che influenzano la risposta tossicologica


    A) Fattori relativi al tossico (dose, caratteristiche molecolari, meccanismo d’azione)



    B) Fattori relativi all’individuo (tossicocinetica, variazioni individuali nella sensibilità

    al tossico)



    C) Fattori relativi al tempo di contatto con la sostanza tossica che permettono di

    distinguere la natura acuta o cronica dell’intossicazione







    A) Fattori relativi al tossico


    1) Dose


    2) Struttura molecolare


    3) Meccanismo d’azione







    1) La dose DL50


    Il concetto di “dose soglia” ed il riconoscimento di “dose senza effetto” furono

    già enunciate da Paracelso con l’affermazione:


    “Ogni sostanza è un veleno. La giusta dose differenzia un veleno da un farmaco”



    Tale enunciato contiene i concetti di dose-soglia e relazione dose-effetto che

    segnano la nascita della tossicologia moderna.







    La dose letale 50 (DL50) rappresenta la quantità di una sostanza, per unità

    di peso corporeo, capace di provocare la morte del 50% della popolazione

    sperimentale in oggetto.



    Il valore della DL50 è espresso in mg/Kg e sono specificate: la specie animale,

    la via di somministrazione ed il tempo di osservazione sperimentale.



    La DL50 è ottenuta da animali da laboratorio (topo, ratto, cavia, coniglio) ed

    è una definizione tossicologica iniziale che autorizza solo tentativi di estrapo-

    lazione nell’uomo.









    Classificazione delle sostanze tossiche in categorie correlate alla loro tossicità


    Indice di tossicità Terminologia di uso corrente Probabile dose letale

    in uomo di 70 kg


    6 supertossiche <5mg/kg

    5 altamente tossiche 5-50 mg/kg

    4 molto tossiche 50-500 mg/kg

    3 moderatamente tossiche 0,5-5 g/kg

    2 leggermente tossiche 5-15 g/kg

    1 praticamente atossiche >15 g/kg




    Le dosi sono estrapolate da osservazioni cliniche e dai valori delle DL50

    ottenute in varie specie animali


    Classificazione delle sostanze tossiche in relazione al loro potenziale tossico


    Livello di Tossicità Esempio DL50 (mg/kg)


    Leggermente tossico Etanolo 8.000

    (5-15 g/kg)


    Moderatamente tossico Cloruro di sodio 4.000

    (0,5-5 g/kg) Solfato ferroso 1.500

    Malathion 1.300

    Metanolo 1.000


    Molto tossico

    (50-500 mg/kg) Acido acetilsalicilico 300

    Acetaminofene 300

    Diazinone 200

    Fenobarbitale 150

    Imipramina 65


    Estremamente tossico Teofillina 50

    (5-50 mg/kg) Difenidramina 25


    Super tossico Cianuro di potassio 3

    (<5 mg/kg) Metotressato 3

    Stricnina 2

    Nicotina 1

    Digossina 0.2

    d-Tubocurarina 0.05

    Tetrodossina 0.01

    TCDD (diossina) 0.001

    Tossina botulinica 0.00001









    La struttura molecolare può modulare la cinetica e l’attività tossica di una

    sostanza.



    Le caratteristiche molecolari e fisico-chimiche di una sostanza condizionano

    la risposta tossicologica ed influenzano la tossicocinetica della sostanza.



    Per tossicocinetica s’intende l’evolversi temporale delle concentrazioni tissutali

    del tossico dovuto all’equilibrio tra cinetiche di assorbimento, distribuzione ed

    eliminazione


    2) La struttura molecolare







    Ad esempio il paraquat ed il diquat sono due erbicidi dipiridilici di struttura

    molecolare simile ma differiscono nella loro tossicità per motivi tossicocinetici.



    1) Il paraquat, una volta assorbito si accumula negli alveoli polmonari causando

    una grave tossicità polmonare.



    2) Il diquat è invece sprovvisto di tossicità polmonare







    La configurazione elettronica iniziale è molto importante nel determinare

    il grado di tossicità di una sostanza



    La presenza di un numero spaiato di elettroni nell’orbita periferica di una

    sostanza chimica le conferisce la caratteristica di radicale libero



    Questa caratteristica si trova sia in molecole di natura organica, i chinoni,

    che inorganica, i radicali liberi dell’ossigeno.







    I radicali liberi hanno una grandissima capacità di combinarsi con:


    1) I fosfolipidi di membrana


    2) Le proteine recettoriali e/o di struttura


    3) Gli acidi nucleici (DNA,RNA)


    In questo modo producono una grave tossicità cellulare attraverso

    svariati meccanismi (necrosi, inibizione di proteine enzimi, muta-

    genesi, teratogenesi, cancerogenesi).








    Meccanismo d’azione: la risposta tossicologica può essere recettoriale e non

    recettoriale.


    Dalla conoscenza del meccanismo d’azione del tossico dipendono:


    1) La corretta interpretazione dei sintomi clinici (diagnosi)


    2) L’ intervento terapeutico razionale


    3) Meccanismo d’azione







    L’esposizione a dosi tossiche di una sostanza chimica alterazioni

    omeostatiche locali o sistemiche.



    1) Le azioni tossiche locali sono causate dal contatto tra sostanza tossica e la cute

    o le mucose e portano a necrosi locale e a fenomeni reattivi conseguenti la

    necrosi



    2) Le azioni tossiche sistemiche sono causate dalla diffusione del tossico

    nell’organismo e si verificano quando vengono raggiunte alte concentrazioni

    in alcuni organi e distretti.







    Le azioni tossiche sistemiche si possono classificare in funzione dell’organo

    prevalemtemente coinvolto:


    Neurotossicità


    Cardiotossicità


    Epatotossicità


    Nefrotossicità


    etc.







    La tossicità sistemica può essere sostenuta da meccanismi recettoriali o non

    recettoriali




    N.B. Il concetto di recettore in tossicologia non è limitato a quei complessi

    macromolecolari che mediano gli effetti dei neurotrasmettitori, ormoni e

    fattori trofici, ma è esteso ad ogni struttura molecolare capace di legare il

    tossico e che, da questo suo legame, subisca un’alterazione della sua normale

    funzione







    Esempi di tossici recettoriali che agiscono attraverso recettori per i neuro-

    trasmettitori sono sostanze usate sia a scopo terapeutico che voluttuario come:



    1) Benzodiazepine

    2) Barbiturici

    3) Alcool

    4) Nicotina

    5) Oppiacei


    Benzodiazepine, barbiturici e alcool, a dosi non appropriate, sono in grado di

    provocare un’intossicazione acuta a diversi livelli di rischio con progressiva

    depressione del S.N.C. fino allo stato di coma.


    Meccanismi d’azione recettoriali

    Queste tre sostanze causano intossicazione attraverso un meccanismo

    recettoriale comune che è l’azione sul recettore GABA A.



    1) In condizioni fisiologiche il GABA modula l’apertura del canale per il

    cloro intrinseco al recettore iperpolarizzazione che è

    responsabile della riduzione dell’eccitabilità neuronale



    2) A dosi non appropriate, benzodiazepine, barbiturici ed alcool

    potenziano l’effetto neuroinibitore del GABA coma.







    La nicotina è un alcaloide i cui effetti tossici (tachicardia, ipertensione,

    convulsioni) sono dovuti all’attivazione del recettore nicotinico (ACHR)

    neuronale ed alle conseguenti depolarizzazioni e risposte eccitatorie.



    La sindrome nicotinica del tabagismo acuto è un’intossicazione che si

    verifica attraverso un meccanismo recettoriale







    Gli oppiacei sono causa di una tossicità sul S.N.C. che riconosce un

    meccanismo recettoriale


    La morfina si lega ai recettori oppioidi e la loro eccessiva attivazione

    inibisce i circuiti neuronali essenziali al mantenimento dello stato di

    veglia


    Il naloxone, antagonista competitivo puro, alla dose di 0.4 mg I.V.




    immediata ripresa della coscienza







    N.B. Benzodiazepine, barbiturici, alcool, nicotina e narcotici oppioidi, sono

    esempi di sostanze che producono effetti tossici legandosi agli stessi recettori

    che operano la loro azione farmacologica.




    I recettori per queste sostanze sono proteine recettoriali







    Gli insetticidi organofosforici riconoscono nel sito esterasico della

    proteina enzima acetilcolinaesterasi, il recettore per l’effetto tossi-

    cologico




    L’eccessivo accumulo di Ach a livello sinaptico è causa di una

    grave intossicazione caratterizzata da una profonda distorsione

    della funzione S.N.C. e periferico.







    I glicosidi digitalici si legano al gruppo di isoenzimi indicati come Na+/K+ ATPasi


    L’inibizione di questa attività enzimatica accumulo intracellulare

    di ioni Ca2+ e di altre cariche positive che sono responsabili dell’aumento

    della forza di contrazione (inotropismo positivo) e dell’eccitabilità (effetto

    batmotropo positivo)



    L’intossicaziione da digitalici (tachiaritmia fino alla fibrillazione ventricolare)

    può essere quindi ricondotta ad un meccanismo recettoriale







    Due famiglie di ciclopeptidi tossici presenti nei funghi causa di

    intossicazioni mortali, appartengono al genus amanita phalloides,

    verna e virosa e riconoscono come bersaglio gli acidi nucleici.



    1) Il 1° gruppo ha come capostipite l’α-amanitina che si lega all’RNA

    polimerasi II che è localizzata nel nucleolo dell’epatocita a cui

    segue l’inibizione della sintesi proteica.



    2) Il 2° gruppo ha come capostipite la falloidina che si combina con le

    molecole di actina a cui segue la lesione della membrana con rottura

    dell’equilibrio dinamico tra actina filamentosa ed actina glomerulare.


    La morte della cellula epatica deriva pertanto dall’insieme dei due

    processi dovuti all’α-amanitina ed alla falloidina.








    I radicali liberi sono un esempio di sostanze tossiche che agiscono con

    meccanismo non recettoriale


    Sono molecole estremamente reattive per la presenza di un elettrone

    spaiato nell’orbitale esterno


    Sono responsabili della lipoperossidazione e di alterazioni aspecifiche

    della permeabilità delle membrane plasmatiche; possono reagire con

    le proteine denaturandole ed anche intercalarsi con gli acidi

    nucleici cancerogenesi


    Meccanismo d’azione di tipo non recettoriale








    I radicali liberi, essendo estremamente reattivi hanno un’emivita brevissima

    per cui è improbabile che siano presenti come tali in concentrazioni tossico-

    logicamente significative tra le tossine ambientali


    Esistono tossine che sono di per sé radicali liberi: di rilievo è il nitrossido,

    presente nello smog e nel fumo di sigaretta


    L’ozono non è di per sé un radicali libero ma è così reattivo da innescarne

    la produzione nei sistemi biologici








    I metalli (arsenico, mercurio, etc.) riconoscono i gruppi sulfidrilici delle

    proteine come recettori responsabili della loro azione tossica


    I metalli riconoscono anche un meccanismo di tossicità non recettoriale,

    piu’ aspecifico che riguarda:


    1) L’alterazione della fluidità delle membrane cellulari


    2) La modificazione della struttura degli acidi nucleici

    cancerogenesi (piombo, cadmio, etc.)


    Meccanismo d’azione recettoriale e non recettoriale







    B) Fattori relativi all’individuo


    La risposta tossicologica può essere influenzata da molti fattori relativi

    all’individuo:


    1) I fattori genetici

    2) La specie

    3) Il sesso

    4) L’età

    5) Le condizioni patologiche

    6) L’induzione degli enzimi microsomiali epatici







    1) I fattori genetici


    I livelli di espressione di alcuni degli enzimi che metabolizzano xenobiotici

    e farmaci, sono sotto controllo genetico: quindi la velocità di metabolizza-

    zione (livelli plasmatici, durata d’azione) varia tra individui che esprimono

    questi enzimi in modo diverso


    Esempi di alcuni enzimi:

    a) Pseudocolinesterasi

    b) Acetiltransferasi

    c) Idrossilasi








    a) Pseudocolinesterasi: è l’enzima che idrolizza la succinilcolina, curaro

    depolarizzante a breve azione usato in anestesia




    Pertanto la tossicità da succinilcolina (apnea da succinilcolina), dipende dal

    genotipo dell’individuo in cui il codice genetico della pseudocolinesterasi

    può essere rappresentato normalmente, o essere atipico o completamente

    assente









    b) Acetiltrasferasi epatiche e intestinali:

    sono gli enzimi che coniugano i vari substrati all’acido acetico


    La velocità della reazione dipende anche dai livelli di enzima che sono

    variabili da individuo a individuo


    Ad esempio, la tossicità dell’isoniazide, chemioterapico usato nella terapia

    della tubercolosi, compare in corso di terapia cronica in individui apparte-

    nenti al genotipo “acetilatore lento”:


    L’isoniazide viene insufficientemente metabolizzata e forma complessi con

    la vitamina B6 neuropatia da carenza di vitamina B6







    c) Idrossilasi:


    Sono enzimi responsabili della idrossilazione della difenilidantoina,

    farmaco impiegato nell’epilessia.


    La carenza di idrossilasi è responsabile della comparsa di segni di tossi-

    cità di questo farmaco a causa del suo accumulo (atassia, nistagmo, con-

    fusione mentale)







    2) La specie


    La risposta tossicologica è dipendente dalla specie


    Le differenze possono essere imputate, nell’ambito della stessa specie, a :


    a) Motivi farmacometabolici: variazione dell’efficienza dell’eliminazione,

    del legame con le proteine plasmatiche o tissutali


    b) Motivi farmacodinamici: tipi di recettori espressi, diversa sensibilità

    dell’organo bersaglio (narcosi da esobarbitale nel topo e nel cane)







    3) Il sesso:


    La risposta tossicologica è influenzata dal sesso perché gli enzimi

    che metabolizzano i farmaci e gli xenobiotici sono sotto controllo

    degli ormoni sessuali


    a) Tossicità della morfina

    ratto : tossicità 10 volte piu’ bassa rispetto al ratto perché

    gli enzimi microsomiali epatici nel maschio inattivano la morfina

    piu’ rapidamente che nelle femmine


    L’estradiolo aumenta la tossicità della morfina nei ratti

    riducendo l’attività enzimatica


    Il testosterone diminuisce la tossicità della morfina nei ratti

    aumentando l’attività enzimatica



    b) La tossicità della stricnina: c’è una maggiore tossicità nel ratto

    perché il metabolismo epatico è piu’ lento rispetto a quello

    del ratto


    c) La tossicità del DMP (dietil-metil-fosforotioato) che è un insetticida

    organo fosforico, è 10 volte piu’ tossico nel ratto


    Il DMP non è attivo come tale , ma solo dopo ossidazione da

    parte degli enzimi microsomiali epatici.


    Nell’uomo la differenza tra maschio e femmina riguardo agli

    insulti tossici sembra essere di minore importanza rispetto ad

    altre specie animali.







    4) L’età


    La cinetica dei farmaci e degli xenobiotici è diversa nelle varie età della vita


    Le differenze possono essere a carico di qualunque fase della cinetica



    a) Età neonatale



    b) Età senile








    a) Età neonatale:


    L’assorbimento dei farmaci e degli xenobiotici è funzione del pH gastrico

    e del tempo di svuotamento dello stomaco.




    Poiché i valori di acidità gastrica dell’adulto si raggiungono solo a tre anni,

    i farmaci e le sostanze xenobiotiche con pKa acido o alcalino sono assorbiti

    diversamente nel neonato rispetto all’adulto.










    Il trasporto in circolo di farmaci e xenobiotici del neonato è caratterizzato da:


    1) una differenza qualitativa nell’albumina fetale che è meno capace

    di legare farmaci e xenobiotici


    2) dalla presenza di sostanze che competono con i farmaci e gli

    xenobiotici verso i punti leganti dell’albumina


    3) un pH ematico piu’ acido di quello dell’adulto







    Da tutto ciò deriva che:


    a) nel neonato la percentuale di farmaco o xenobiotico legata

    all’albumina è minore rispetto all’adulto.


    b) è maggiore la quota libera del farmaco o dello xenobiotico

    che può produrre effetti tossicologici piu’ intensi nel neonato



    Nell’uomo, a differenza delle comuni speci animali, il corredo enzimatico

    è ben rappresentato anche nel neonato che possiede una buona capacità

    inattivante







    b) Età senile:


    Si verifica un maggior rischio di tossicità in relazione:


    1) Alla ridotta capacità di escrezione


    2) Alla minore capacità di metabolizzare le sostanza xenobiotiche

    da parte del fegato


    infatti l’emivita di molti farmaci di comune impiego (benzodiazepine,

    antibiotici aminoglicosidi, digossina, etc.) è significativamente aumentata

    nell’anziano rispetto all’adulto aumentando il rischio di intossicazione.







    5) Le condizioni patologiche


    Il digiuno, cioè uno stato di nutrizione non adeguato, è in grado

    di ridurre la capacità di detossificazione dell’organismo


    Patologie che compromettono la funzionalità epatica o renale

    modificano la risposta tossicologica riducendo la detossificazione

    epatica e ritardando l’escrezione renale


    La ridotta filtrazione glomerulare aumenta la vita media plasma-

    tica di molti antibiotici grave tossicità







    6) L’attività degli enzimi microsomiali epatici


    L’induzione (aumento della sintesi enzimatica) degli enzimi microsomiali

    epatici da parte dei farmaci (fenobarbitale, etc.), diminuisce la tossicità

    delle sostanze che vengono inattivate mediante ossidazione oppure aumenta

    la tossicità di quelle che vengono attivate mediante ossidazione.


    L’importanza degli enzimi microsomiali epatici sulla tossicità di xenobiotici

    e farmaci si può verificare analizzando gli effetti collaterali dell’isoniazide

    e del paracetamolo.







    Isoniazide: effetti collaterali


    1) Neuropatia periferica da deficienza di vitamina B6 negli acetilatori

    lenti


    2) Epatopatia grave negli acetilatori rapidi


    Patogenesi dell’epatopatia


    E’ attribuita alla acetilidralazina ed alla sua ossidazione in un composto

    nucleofilo altamente reattivo capace di formare un legame covalente

    con le macromolecole e quindi di produrre la lesione epatica









    L’epatopatia da isoniazide riconosce 2 momenti patogenetici:


    1) l’acetilazione dell’isoniazide con formazione di acetilisoniazide

    acetilidralazina


    2) l’ossidazione dell’acetilidralazina sotto controllo degli enzimi

    microsomiali epatici









    Paracetamolo


    E’ il metabolita attivo della fenacetina usato come antipiretico e

    analgesico che, ad alte dosi epatite tossica


    La sintomatologia iniziale (nausea, vomito e pallore) può evolvere

    in un quadro di necrosi epatica e renale ingravescenti


    La tossicità del paracetamolo è prodotta dal metabolita

    n-acetil-p-benzochinonimina che presenta caratteristiche

    strutturali di un radicale libero


    Questo metabolita è citotossico sugli epatociti isolati e produce

    deplezione di glutatione e lipoperossidazione delle membrane

    cellulari









    Interazione tra rifampicina e metadone


    Nei tossicodipendenti affetti da tubercolosi, in trattamento con

    metadone, la rifampicina evoca il quadro clinico della sindrome

    d’astinenza da oppioidi


    Infatti si verifica un aumentato metabolismo del metadone dovuto

    all’induzione degli enzimi microsomiali epatici ad opera della

    rifampicina











    La durata del contatto con la sostanza tossica permette la

    distinzione tra:


    1) Intossicazione cronica: deriva da ripetute esposizioni alla

    sostanza tossica per un periodo di tempo piu’ o meno

    prolungato.

    Tale esposizione comporta un accumulo nell’organismo

    della sostanza quando la quantità assorbita supera la

    capacità di detossificazione e di escrezione


    2) Intossicazione acuta: deriva dall’assorbimento rapido di

    dosi elevate di una sostanza tossica. Si può avere una rapida

    evoluzione del quadro clinico verso l’exitus o la guarigione.


    C) La risposta tossicologica

    fattori relativi al tempo di contatto con la sostanza tossica









    Intossicazione: la sostanza tossica è assunta dall’esterno

    in forma attiva


    Tossificazione: la sostanza lesiva è generata all’interno

    dell’organismo a partire da un precursore non tossico

    o meno tossico



    I radicali liberi sono i maggiori responsabili della tossificazione


    Definizione di intossicazione e tossificazione










    a) Tossificazione da radicali liberi dell’O2



    b) Meccanismi cellulari dell’azione tossica dei radicali liberi


    lo stress ossidativo


    la perossidazione dei lipidi


    la deplezione delle tiolo proteine


    l’alterazione dell’omeostasi del calcio



    c) Detossificazione


    detossificazione delle sostanze xenobiotiche


    detossificazione dei radicali liberi







    a) Tossificazione da radicali liberi dell’O2



    Il citocromo P-450 e la formazione di radicali liberi


    Il sistema delle monoossigenasi citocromo P-450 dipendenti, è responsabile

    della ossidazione di substrati esogeni ed endogeni (farmaci, ac. grassi,

    steroidi, etc.) e della riduzione di pochi composti


    Il citocromo P-450, in presenza di certi substrati, porta ad una parziale

    riduzione dell’ossigeno molecolare e alla formazione di anione superossido

    (O2-) e di perossido di idrogeno (H2O2)



    O2 + e- O2- + H2O2


    anione superossido

    A sua volta, l’H2O2, può reagire con l’O2- (reazione di Haber-Weiss)

    e produrre il radicale idrossilico (OH-), o può reagire con il Fe++

    (reazione di Fenton) e produrre l’OH-



    Reazione di Haber-Weiss


    H2O2 + O2- CuFe OH- + O2



    radicale idrossilico


    Reazione di Fenton


    H2O2 + Fe+2 Fe+3 + OH-



    (Cu+) (Cu++) radicale idrossilico







    La generazione a cascata dei radicali liberi dell’O2, avviene in moltissimi

    casi di tossificazione. L’O2 si produce:


    a) quando i composti reagiscono spontaneamente con l’O2 autoossidandosi

    (catecolamine)


    b) per intervento di alcuni sistemi enzimatici (xantino-ossidasi, aldeidossidasi)


    c) quando la radiazione ionizzante attraversa una soluzione acquosa contenente

    O2


    d) durante l’attivazione della fagocitosi dei granulociti come mezzo battericida







    L’H2O2 si produce sempre in concomitanza alla generazione di O2 a causa

    della reazione di dismutazione mediata dalla (SOD) superossidodismutasi



    Il radicale OH- si produce nella reazione di Haber-Weiss e nella reazione di

    Fenton



    Tra le forme dell’ossigeno i radicali idrossilici sono la specie piu’ tossica

    perché altamente reattiva e priva di ogni meccanismo di inattivazione

    endogena







    Altri radicali liberi possono essere generati nel metabolismo intermedio

    di xenobiotici e farmaci


    1) Il radicale triclorometile (epatotossico) deriva dalla dealogenzione del

    CCl4 catalizzata dal citocromo P-450


    2) L’ossidazione del paracetamolo genera un radicale semichinonico ed il

    perossido di idrogeno e successivamente l’anione superossido


    3) Dal metabolismo del bromobenzene si forma un epossido reattivo che

    viene convertito in un composto inerte dall’epossido idrolasi. Tuttavia,

    ogni molecola non convertita forma addotti con il glutatione o con le

    macromolecole tissutali










    Oltre al sistema delle ossidasi a funzione mista, ci sono altri enzimi

    importanti nella tossificazione degli xenobiotici


    1) L’alcool deidrogenasi metabolizza l’alcool allilico ad acroleina, una

    epatotossina che determina necrosi periportale


    2) La tossicità della neurotossina MPTP (Metil-Feniltetraido-Piridina)

    dipende dalla sua ossidazione a MPP+ (Metil-Fenil-Piridina) da parte

    delle monoaminossidasi di tipo B (MAO B)







    B) Meccanismi cellulari dell’azione tossica dei radicali liberi


    B1) Lo stress ossidativo

    B2) Perossidazione dei lipidi

    B3) Deplezione delle tiolo proteine

    B4) Alterazione dell’omeostasi del calcio


    I radicali liberi sono un rischio di tossificazione difficilmente valutabile perché

    in grado di reagire virtualmente con ogni componente cellulare causando

    variazioni metaboliche e strutturali che provocano la morte della cellula


    Gli effetti dannosi degli xenobiotici sono in relazione alla loro capacità di

    legarsi irreversibilmente ai siti nucleofili delle macromolecole cellulari

    come i gruppi sulfidrilici delle proteine


    Le proteine in seguito ad arilazione o alchilazione morte cellulare







    B1) Lo stress ossidativo


    Lo stress ossidativo si verifica in ogni situazione in cui si ha accumulo

    di forme di O2 parzialmente ridotte o dei loro equivalenti idroperossidi

    organici.



    Quando la velocità di produzione del superossido supera la capacità

    dei sistemi di difesa, il superossido reagisce con i materiali biologici

    alterando il DNA, denaturando gli enzimi e le proteine recettoriali,

    producendo la lipoperossidazione dei lipidi delle membrane cellulari.







    (Stress ossidativo)


    E’ stato proposto che il radicale idrossilico OH- sia la tossina definitiva

    generata durante lo stress ossidativo


    Il danno cellulare si ritiene dovuto soprattutto alla:


    1) perossidazione dei lipidi di membrana


    2) deplezione delle tiolo-proteine


    3) variazione dell’omeostasi intracellulare del calcio







    B2) Perossidazione dei lipidi


    Comprende una complessa serie di eventi attraverso i quali le catene

    di acidi grassi dei fosfolipidi di membrana sono convertiti in una serie

    di prodotti di frammentazione


    L’evento iniziale consiste nell’estrazione di un atomo di idrogeno da

    un acido grasso insaturo da parte di radicali centrati su carbonio, zolfo,

    azoto, ossigeno







    (Perossidazione dei lipidi)


    La propagazione dell’evento si attua attraverso la produzione di un

    radicale lipoperossido che a sua volta continua il processo estraendo

    un secondo idrogeno da un lipide adiacente intatto nuovo lipo-

    perossido e così via.


    Dal processo si generano acidi grassi a basso peso molecolare, come

    alcheni, alcani e chetoni e come la malonildialdeide che viene utilizzata

    per il monitoraggio del processo.







    (Perossidazione dei lipidi)


    Risoluzione della perossidazione lipidica


    Il fenomeno si arresta quando due radicali reagiscono fra loro a produrre

    un non-radicale


    La lipoperossidazione perdita della integrità strutturale e funzionale

    della membrana (attività enzimatica)







    B3) Deplezione delle tiolo proteine


    Gli xenobiotici attivati provocano una deplezione delle tiolo-proteine


    Queste proteine hanno un ruolo importante nella regolazione delle

    attività enzimatiche cellulari


    La loro deplezione alterazione della funzionalità enzimatica

    e morte cellulare







    B4) Alterazione dell’omeostasi del calcio


    E’ stato dimostrato che lo stress ossidativo è accompagnato da

    un aumento della concentrazione di Ca+2 dovuto:


    1) a rilascio dello ione dai depositi intracellulari


    2) ad influsso attraverso la membrana plasmatica


    Tale aumento attiva vari enzimi degradanti calcio-dipendenti

    (fosfo-lipasi, proteasi, nucleasi) ed è responsabile di alterazioni

    del citoscheletro vacuolizzazione e necrosi cellulare.







    Omeostasi del calcio


    Durante lo stress ossidativo l’attività di pompe e trasportatori del Ca+2

    è ridotta, forse per deplezione dei gruppi SH perdita della loro

    funzione


    La somministrazione di tioli previene infatti tale fenomeno







    c) Detossificazione


    La detossificazione esprime il concetto di difesa endogena verso

    la tossificazione dovuta sia a xenobiotici che a farmaci


    c1) Detossificazione delle sostanze xenobiotiche


    c2) Detossificazione dei radicali liberi









    c1) Detossificazione delle sostanze xenobiotiche


    La metabolizzazione di uno xenobiotico avviene in 2 fasi:


    1) Enzimi della fase I


    2) Enzimi della fase II



    1) Gli enzimi della fase I producono una biotrasformazione,

    alterando la fisionomia chimico-fisica del composto attra-

    verso l’aggiunta o l’eliminazione di gruppi funzionali

    (funzionalizzazione), in modo che il metabolita sia piu’ idoneo

    a reagire con gli enzimi di coniugazione della fase II








    Reazione di fase I


    Molti xenobiotici di interesse tossicologico sono composti lipofili,

    assorbiti dal tratto gastroenterico, dal tratto respiratorio e dalla

    cute che tendono a depositarsi nei tessuti, specialmente ricchi di

    lipidi


    Le principali reazioni di fase I sono:


    1) Ossidazione


    2) Riduzione


    3) Idrolisi


    4) Idratazione







    2) Gli enzimi della fase II catalizzano reazioni biosintetiche che richiedono

    energia per essere espletate e sono situati nel citoplasma


    Queste reazioni convertono sostanze esogene o endogene in composti di

    PM piu’ elevato, provvisti di gruppi idrofili e piu’ facilmente eliminabili

    con le urine, la bile ed altri meccanismi.


    Composti endogeni usati per le reazioni di coniugazione sono:


    1) l’acido glicuronico


    2) i solfati


    3) gli aminoacidi


    4) i gruppi acetili


    5) il glutatione







    Il glutatione ridotto (GSH) ha un ruolo di primaria importanza

    nella detossificazione


    E’ un tripeptide endogeno presente nel citoplasma e nei mitocondri

    (concentrazioni millimolari) composto da 3 AA:


    1) acido glutammico


    2) cisteina G S H


    3) glicina








    Il GSH intracellulare interviene nella neutralizzazione di composti di origine

    endogena ed esogena in reazioni catalizzate dalla GSH-S-transferasi

    coniugati corrispondenti



    La GSH-S-transferasi catalizza la reazione del sulfidrile nucleofilo del glutatione

    con il composto contenente un atomo di carbonio elettrofilo



    La GSH-S-transferasi è ubiquitaria con massima attività nel fegato, rene, surrene,

    intestino e testicoli










    GSH-S-transferasi


    Nell’uomo sono state trovate 5 diverse classi di GSH-S-transferasi con

    specificità sovrapponibile per i substrati elettrofili ed elevata specificità

    per il GSH


    4 classi di GSH-S-transferasi sono localizzate nel citosol


    La GSH-S-transferasi microsomiale si trova nelle membrane del reticolo

    endoplasmatico ed in altri organuli cellulari e la sua specificità per i

    substrati si distingue da quella degli enzimi citosolici


    Le GSH-S-transferasi microsomiali sono inducibili e molto importanti

    per la disintossicazione


    Le GSH-S-transferasi citosoliche non sono inducibili









    GSH


    I coniugati vengono traspostati fuori dalla cellula e diventano substrati

    delle gamma-glutamil-transpeptidasi (GGTP) che sono sulla porzione

    esterna della membrana cellulare e che distaccano l’acido glutammico


    Si forma così un dipeptide legato alla sostanza xenobiotica che ritorna

    nella cellula legata alla cisteina


    Nella cellula la sostanza viene acetilata (sintesi mercapturica) e

    definitivamente allontanata dall’organismo per l’ultima escrezione con

    le feci e le urine







    Attraverso l’azione della GSH-S-trasferasi, il GSH interviene nella

    neutralizzazione di composti elettrofilici generati dal metabolismo

    di sostanze a larga diffusione (idrocarburi alogenati, paraquat,

    paracetamolo, morfina) che, a dosi non tossiche, producono una

    quantità di metabolita che può essere detossificata dal sistema

    GSH addotti inerti


    Quando la dose dei suddetti campioni è elevata, o quando c’è una

    forte induzione delle monoossigenasi epatiche, il GSH si consuma

    ed il metabolita non piu’ sufficientemente neutralizzato, è libero di

    compiere l’arilazione delle proteine cellulari effetti citotossci







    Altri sistemi enzimatici che operano “sintesi protettive”:


    1) la glicuronil transferasi che catalizza le reazioni di glucurono-

    coniugazione legando l’acido glicuronico a gruppi funzionali

    di solito alcoolici o carbossilici


    2) la metil-transferasi che opera la metilazione


    3) gli enzimi coniuganti la glicina, la glutammina e la taurina con

    la formazione di peptidi


    4) le solfo e acetil transferasi: generano rispettivamente solfati e

    composti acetilati


    5) la rodanasi: detossifica il cianuro catalizzando la sintesi di tiocianati

    a partire dal tiosolfato







    c2) Detossificazione dei radicali liberi


    I sistemi enzimatici


    Gli effetti biologici dei radicali liberi sono controllati da un

    vasto schieramento di meccanismi biologici di difesa di tipo

    enzimatico e non enzimatico


    Le cellule eucariote hanno due distinte superossido-dismutasi

    (SOD):


    1) una contenente zinco e rame situata nel citoplasma


    2) una contenente manganese situata nei mitocondri







    Questi enzimi neutralizzano l’anione superossido (O2-) operando la

    dismutazione di 2 molecole di superossido con la formazione di

    perossido di idrogeno e una molecola di ossigeno




    2O2- + 2H+ SOD H2O2 + O2






    Il perossido di idrogeno (H2O2) è successivamente detossificato, per

    intervento della catalasi e della glutatione prossidasi, ad H2O







    La catalasi è un’emoproteina localizzata nei perossisomi che riduce il perossido di

    idrogeno senza una formazione intermedia di radicali idrossilici




    La glutatione perossidasi, enzima selenio-dipendente citoplasmatico e mitocondriale,

    è in grado di ossidare 2 molecole di glutatione ridotto 1 molecola di

    glutatione disolfuro (GSSG), riducendo nel contempo e neutralizzando il perossido

    di idrogeno




    Il GSSG è in seguito ridotto a GSH dalla glutatione-reduttasi NADPH dipendente









    Gli scavenger non enzimatici


    I sistemi non enzimatici di difesa sono sostanze dotate di attività

    neutralizzante (scavenger) i radicali liberi per la loro attività

    antiossidante:


    1) L’a-tocoferolo


    2) L’acido ascorbico


    3) Il glutatione


    4) Il beta-carotene








    Le sostanze che si coniugano con il glutatione sono:


    1) Epossidi


    2) Alo-alcani


    3) Nitro-alcani


    4) Alcheni


    5) Composti alo-aromatici


    6) Composti nitro-aromatici







    Gli agenti antiossidanti inibiscono la formazione delle specie ridotte

    dell’ossigeno con svariati meccanismi:


    a) bloccando l’attivazione dei fagociti


    b) chelando i metalli di transizione e prevenendo così la formazione di

    radicali idrossilici e la decomposizione degli idroperossidi lipidici


    c) riparando il danno cellulare terminando quindi la catena di reazioni

    della perossidazione lipidica








    L’a-tocoferolo


    E’ il sistema antiossidante piu’ importante per porre fine alla catena

    di reazioni di lipoperossidazione


    Nella sua struttura è presente un gruppo OH- il cui atomo di idrogeno

    è molto facilmente rimovibile


    In presenza dell’a-tocoferolo, i radicali che si generano durante la

    lipoperossidazione si combinano con l’a-tocoferolo piuttosto che

    con gli altri acidi grassi


    Questo fenomeno termina la catena delle reazioni in quanto il radicale

    libero del tocoferolo che ne risulta è incapace di attaccare le catene

    degli acidi grassi adiacenti







    Il glutatione e la vitamina C intervengono donando atomi di idrogeno

    ai radicali lipidici e/o perossilici prevenendo così l’ulteriore processo di

    lipoperossidazione


    Il mannitolo è un’altra sostanza ad azione scavenger che è in grado di

    chelare lo ione ferrico che è necessario alla formazione dei radicali

    idrossilici e di rimuoverli direttamente ogni volta che si formano.







    In conclusione


    La definizione della tossicità di una sostanza risulta da una somma

    di informazioni che riguardano il suo profilo tossicologico integrato


    Numerose sono le variabili capaci di modificare la reattività farma-

    co-tossicologica per cui valutare l’effetto tossico di una sostanza

    nell’uomo partendo da dati sperimentali tossicologici può essere

    difficile e rischioso


    Da qui deriva la necessità di estrapolare dai dati sperimentali il livello

    o il tipo di tossicità nell’uomo


    Sui dati estrapolati, si basano le autorità sanitarie per fissare i limiti

    d’accettazione dell’esposizione ad un tossico nella popolazione













    vedi anche i seguenti link:


    http://www.bbcm.univ.trieste.it/~urbani/bio/Bioch5.pdf

    http://www.farmaciaunina.it/download/Peris...ssutti%202A.pdf

     
    .
  2. poline
     
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    User deleted


    buonissime informazioni, apo!
    se posso, vorrei dare link della cosa migliore che ho trovato per info detossicazione fegato (Huggins) e medicina ortomolecolare per integrare/disintossicare/chelare...in Inghileterra al "genova europe" si possono fare specifici esami per analizzare "la capacità detossificativa fegato" in relazione alla prima e seconda fase (6 fasi di "coniugazione"),ma mi sa che bastano gli esami dell dosaggio di aminoacidi e/o acidi organici per avere già un quadro completo personalizzato..vorrei tanto un medico mi prescrrivesse questi ultimi, invece di dover spendere un casino!chissà se troverò un buon motivo per farmeli prescrivere..ma gli esami sballati che ho, non possono bastare??e a chi li fanno in Italia sti esami?solo ai moribondi!?o a quelli che hanno conclamate malattie genetiche..la prevenzione , mai??a parte, che dopo 22 anni,in questo stato, chiamarla prevenzione..e come posso chiamarla!!la chiamerò: "iete stupidi, ho bisogno di meicina personalizzata, senza dover spendere tutti i pochi soldi ch ho, e che mi sudo con taaaanta fatica!!!", ma chissà se me li prescriveranno col tiket...o solo i "ricconi e belloni" per fare anti-age, pagando i genetisti di reparto pediatria infantile (così è..) con parenti che lavorano in laboratorio genetica..possono farli..certo, a pagamento..ma in realtà, sti esami sono nell'elenco di "prestazione effettuate dal laboratoriotra di padova", ma per saper solo cosa analizzano bisogna far visita privata..ma che vadano!!!..a fare...fare.....fare..soldi a palate sulla povera e malata gente...ma che vadano a fare..proprio fare, qualcos'altro...
    http://translate.google.com/translate?hl=i...l%3Dit%26sa%3DG
     
    .
1 replies since 13/4/2009, 13:52   3880 views
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